Il mare è un patrimonio da salvare, anche l’occupazione può ripartire dalle acque

In occasione della Gionata Internazionale del Mare celebrata lo scorso 11 aprile, la nostra redazione ha deciso di dedicare un articolo, a una delle risorse più importanti che abbiamo a disposizione. E parliamo delle acque del mare, che troppo spesso vengono “maltrattate” dalla mano dell’uomo che di fronte ai profitti non sta esitando a creare danni irreparabili al nostro ambiente.

Una situazione che è decisamente peggiorata con l’avvento della pandemia.

Anche se, nella prima fase della pandemia, con i lockdown e le restrizioni, abbiamo potuto constatare con mano i benefici di una interruzione delle “economie marittime” che impattano in maniera critica sulle nostre acque, adesso la situazione sembra andare a rotoli.

Infatti in poco più di un anno tra mascherine e guanti in lattice, registriamo un vero disastro per i nostri fondali. Con i pesci e la fauna marina che stanno pagando a caro prezzo le tonnellate di rifiuti sversate in modo vergognoso nei mari.

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E continuiamo così ad inquinare in modo irreparabile quelle stesse acque che in realtà sono tra le poche risorse che abbiamo a disposizione per salvare la nostra vita su questo pianeta.

Le nostre acque marine sono infatti in grado di contrastare il cambiamento climatico. Ma allo stesso tempo se volgiamo le nostre attenzioni alla cosiddetta “economia blu” possiamo renderci conto che dal mare può arrivare anche un’impennata nell’occupazione. Sia dalle Aree Marine Protette ma anche dai Parchi sommersi che possono garantire posti di lavoro nella Blue Economy.

Ma il dato preoccupante resta quello del mancato sfruttamento di questo settore, che potrebbe generare miliardi di fatturato e posti di lavoro. Infatti ad oggi solo una parte di queste potenzialità vengono sfruttate. Le stesse aziende del settore della Blue Economy non sembrano loro stesse preparate al futuro, e soltanto una piccola parte di queste si preoccupare di implementare efficacemente strategie di mercato utili alla crescita di un business che potrebbe rappresentare una spinta importante non solo per l’economia dell’Italia ma anche di tutti i paesi che potrebbero sfruttare l’economia blu. Viene trattato per il momento, come fosse ancora un business tra gli altri.

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Per questo motivo, in occasione della Giornata Internazionale del Mare del mese scorso, tutte le associazioni e le organizzazioni a tutela delle acque marine hanno chiesto a gran voce un cambio di passo ai governi. Per cominciare a sfruttare realmente i vantaggi che l’economia blu porta con sé.

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