Coronavirus, la speranza: la luce del sole inattiva il virus velocemente

Coronavirus, la speranza: una ricerca dall’America conferma che il virus potrebbe essere estremamente vulnerabile al contatto con il sole

Scperta Coronavirus
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Una scoperta che può rappresentare una speranza per la lotta al Coronavirus, che da più di un anno ormai sta tormentando le vite di milioni di italiani. Per mesi si è parlato tanto di incidenza dei raggi del sole sull’impatto con il contagio e lo sviluppo della malattia, e adesso da un gruppo di ricercatori americani potrebbe essere arrivata la svolta decisiva.

La notizia arriva dall’University of California Santa Barbara, con gli scienziati che da mesi stanno monitorando gli effetti dei raggi del sole sul virus SARS-Cov-2, arrivando a stabilire i tempi di inattivazione della molecola che procura effetti devastanti sull’organismo dell’uomo. Con la determinazione precisa di questo impatto.

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In questi giorni, con i dati nel nostro paese che fanno ben sperare, si guarda all’estate come l’inizio della svolta e della ripresa economica possibile. Con l’allentamento delle misure di sicurezza che potrebbero diventare meno stringenti. Tanto dipenderà dai dati dei bollettini delle prossime settimane, con la speranza che il bel tempo ed il sole possano incidere in modo determinante sulla fine della pandemia.

Coronavirus, la scoperta dall’America che fa sperare

Scoperta Coronavirus
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La scoperta degli scienziati americani potrebbe rappresentare la svolta nella lotta al Coronavirus. Infatti gli scienziati hanno scoperto che i raggi del sole possono inattivare il virus in pochi minuti. Per la precisione si parla di 10-20 minuti, molto meno di quanto si potesse ipotizzare fino a qualche mese fa. Una novità importante che potrebbe portare a rivalutare l’importanza dei raggi UV-A e UV-B nella lotta al virus.

In primo luogo con lo studio delle lampadine a LED che potrebbero diventare uno strumento fondamentale per arrivare anche ad una terapia efficace anche in fase di protezione dal contagio e non solo di cura dalla malattia. In queste ore gli studi stanno proseguendo in questa direzione, per arrivare a dare delle risposte concrete in tempi brevi.

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Questa teoria potrebbe spiegare anche la “stagionalità” del contagio, che come è accaduto nella scorsa estate è rallentato di parecchio rispetto ai mesi più freddi grazie anche all’esposizione maggiore di tutti noi al sole.

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