DL Sostegni, pace fiscale per gli avvisi bonari: chi sono i beneficiari

Il Dl Sostegni approvato il 19 marzo prevede la pace fiscale per le Partite Iva con perdita di fatturato oltre il 30%. Come funziona.

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Il DL Sostegni è stato approvato dal Consiglio dei Ministri. Tra le manovre di ristoro comprese nel decreto legge è prevista la pace fiscale per le Partite IVA che hanno subito una perdita del fatturato pari o superiore al 30% a causa della pandemia.

Facendo un passo indietro, è utile specificare le differenze tra pace fiscale e condono fiscale.

Per pace fiscale si intende una regolarizzazione ordinaria dei debiti pregressi con l’Agenzia delle Entrate. E’ stata introdotta dalla Legge Bilancio 2019 e utilizzata a più riprese dai vari decreti Ristoro del 2020. Essa si traduce in due misure: rottamazione e saldo e stralcio. La rottamazione prevede una serie di sconti sulle cartelle inevase per i contribuenti in difficoltà; il saldo e stralcio la sanatoria di alcuni debiti con tetti da stabilire di volta in volta.

Il condono fiscale è un provvedimento straordinario approvato in Parlamento. Non si tratta quindi di una misura ordinaria, bensì emergenziale. Lo scopo è lo stesso della pace fiscale: la regolarizzazione della posizione del contribuente con l’Agenzia delle entrate. Ma interviene solamente una tantum.

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La pace fiscale del DL Sostegni

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I beneficiari della pace fiscale prevista dal DL Sostegni sono i contribuenti con Partita IVA che hanno subito un calo del fatturato superiore al 30%. Si riferisce alle irregolarità del periodo d’imposta 2017-2018 che non sono state notificate nel 2020 a causa delle misure di sospensione della riscossione. Nel 2021 gli agenti di credito ricominceranno il proprio lavoro. Verranno inviati migliaia di avvisi bonari.

L’Agenzia delle Entrate comunicherà al contribuente una proposta di pagamento agevolato tramite PEC o raccomandata. Da lì inizierà la valutazione delle perdite di fatturato necessarie per l’accesso all’agevolazione. La misura prevede il pagamento della cartella al netto degli interessi e delle more.

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I contribuenti che non regolarizzeranno la propria posizione entro il 2021 dovranno pagare la somma per intero.

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