Covid19 e celiachia, il Rapporto del Ministero della Salute

Ogni anno viene pubblicata la Relazione sulla celiachia da parte del Ministero della Salute. Quest’anno la relazione è particolarmente importante, perché la celiachia è una malattia che va diagnosticata il più presto possibile e la situazione legata al Covid19 rende questo più complicato.

Covid19 e celiachia: il Rapporto del Ministero della Salute
Covid19 e celiachia: il Rapporto del Ministero della Salute (foto: pixabay)

Dall’annuale Relazione del Ministero della Salute sulla celiachia emergono alcuni dati che rendono questa relazione interessante alla luce della situazione pandemica da Covid19 in cui ci troviamo.

Leggi anche:  Naspi, indennità per due anni prima della pensione: quanto incide

Celiachia e Covid19: Cosa bisogna sapere

Covid19 e celiachia: il Rapporto del Ministero della Salute
Covid19 e celiachia: il Rapporto del Ministero della Salute (foto: pixabay)

La celiachia è una malattia sistemica immunomediata che genera una reazione nel momento in cui viene introdotto glutine nell’organismo. In Italia, secondo l’ultimo Rapporto pubblicato dal Ministero della Salute, l’1% della popolazione è celiaco. Stiamo parlando di circa 600.000 persone.

Di tutti gli italiani che soffrono di celiachia soltanto poco più di 214.000 hanno ricevuto una diagnosi. Nel corso del 2019 il numero di soggetti celiaci ha toccato i 225.418 soggetti e di questi più di 11.000 sono stati scoperti con diagnosi effettuate proprio nel corso dell’anno.

Il documento del Ministero della Salute chiarisce che al momento non esiste nella letteratura medica qualche studio che abbia indagato se esista o meno, e quale possa essere, il rischio legato al Covid19 per i soggetti affetti da celiachia. Sempre nel documento, si fa notare come il momento in cui occorre fare una diagnosi di celiachia possa essere comunque un momento di esposizione ad eventuale contagio. L’unico sistema al momento valido per ottenere una diagnosi sicura di celiachia è sottoporre il paziente ad una duodenoscopia.

Questo tipo di esame, però, è stato sospeso dalla Società Europea di Endoscopiagastrointestinale insieme a tutte le esofagogastroduodenoscopie che non siano ritenute salvavita. Il position statement della Società Europea di Endoscopiagastrointestinale risale al 19 aprile 2020 ma, data la situazione che viviamo, è ancora valido. Questo significa che c’è stato sicuramente un rallentamento nell’accertamento diagnostico di un eventuale celiachia.

Per i soggetti celiaci che hanno sviluppato iposplenismo c’è poi il rischio di essere più esposti al Covid19. L’iposplenismo è una condizione che nasce come complicazione della celiachia e che comporta una ridotta funzionalità a livello della milza. Chi soffre di iposplenismo, quindi, è oggettivamente un soggetto immunodepresso data la ridotta funzionalità di questo organo.

Il documento pubblicato dal Ministero della Salute, quindi, suggerisce che per questi soggetti vadano applicate le misure di prevenzione dell’infezione da Covid19 in maniera molto rigorosa e suggerisce inoltre di inserire questi soggetti più a rischio in programmi di diagnosi precoce.

Il rischio di contrarre il Covid19 aumenta anche in quei soggetti che sono celiaci ma che non lo sanno, quindi non seguono la dieta senza glutine e nei soggetti che, oltre alla celiachia, hanno sviluppato una patologia autoimmune.
La celiachia è una patologia che non sempre sviluppa sintomi, ma che comunque genera danni all’interno dell’organismo.

Una diagnosi precoce aiuta, come sempre, a migliorare le condizioni del paziente. Dato che il trattamento per la celiachia è, al momento, ridotto alla sola dieta priva di glutine sotto questo punto di vista non ci sono criticità legate al Covid19, in quanto i soggetti celiaci non devono sottoporsi a trattamenti ospedalizzati.

Leggi anche: Pensione, chi potrà richiedere Quota 100 dopo il 2021
Nel documento pubblicato dal Ministero della Salute sono poi inseriti anche i numeri relativi alla situazione dei celiaci in Italia. Dai dati risulta che tra il 2017 e il 2019 in media le nuove diagnosi sono state 9.000 e che dei 225.418 casi in Italia 158.107 sono soggetti femmine mentre 67.311 sono maschi.

Il documento fornisce anche una cartina geografica della distribuzione della celiachia: La Provincia di Trento è la zona dove c’è la maggiore incidenza di celiaci rispetto alla popolazione, seguono Valle d’Aosta e Toscana. Parlando invece di numeri, la regione con più celiaci risulta essere la Lombardia dove si trovano 43.117 soggetti.

Impostazioni privacy