Covid, le regioni che cambieranno colore a partire da lunedì

Da venerdì 5 marzo l’Italia cambierà nuovamente i suoi colori. Il Ministero della Salute preoccupato dai nuovi dati sulla diffusione della pandemia.

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L’Italia probabilmente cambierà nuovamente la distribuzione dei suoi colori. I dati sull’emergenza da pandemia diffusi dal Ministero della Salute sono preoccupanti.

Oltre all’ingresso delle varianti, che ha complicato ulteriormente il contenimento del contagio, i nuovi monitoraggi registrano un tasso di positività del 5,4% ed un aumento dei contagi di 21mila soggetti, di cui 1 su 4 è in Lombardia.

“La zona arancione classica non basta più” dichiara il Presidente della regione Emilia Romagna Guido Bertolaso, “se non si trova una risposta immediata a quest’accelerazione dei contagi si rischia di essere nuovamente travolti”.

Le fonti governative dichiarano che non è previsto per il momento un ritorno al lockdown nazionale come lo scorso anno.

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Le regioni a rischio cambieranno colore da lunedì

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Buone notizie per la Sardegna. Continuerà ad essere regione bianca. Chiunque vorrà entrare nell’isola da lunedì dovrà fare il tampone rapido.

Rischiano la zona rossa l’Emilia Romagna, la Campania e l’Abruzzo (che autonomamente ha già la provincia di Pescara e di Chieti in lockdown).

La zona arancione si dovrebbe estendere anche a Calabria, Friuli Venezia Giulia e Veneto, portando 2/3 dell’Italia in restrizione. A rischio anche Lazio e Puglia, che registrano contagi al limite della tolleranza per le strutture sanitarie.

Il decreto che formalizzerà queste nuove disposizioni verrà ufficializzato domani, ma la modifica effettiva dei colori sarà in vigore da lunedì 8 marzo, per dare il tempo agli esercizi commerciali di organizzarsi.

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Le istituzioni ribadiscono la necessità delle vaccinazioni, in attesa di ulteriori dosi dalla Comunità europea. La confusione si sta creando per le diatribe sull’efficacia dei diversi vaccini.

Il risultato è che sono state somministrate solamente 442mila dosi di Astrazeneca a fronte del milione e mezzo di dosi consegnate. La necessità di una copertura inizia ad essere urgente. Si richiede una collaborazione migliore tra istituzioni e cittadini.

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