Reddito di Cittadinanza, le perplessità di Confindustria

Il vicepresidente di Confindustria, Maurizio Stirpe, ha espresso le sue perplessità sul Reddito di Cittadinanza, dal momento che non darebbe nessuna risposta in termini di politiche attive.

Reddito di Cittadinanza
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Nella giornata del 16 febbraio si è tenuto un importante tavolo con il ministro del Lavoro Andrea Orlando, il vicepresidente di Confindustria Maurizio Stirpe e il direttore generale, Francesca Mariotti.

Tra i punti principali del confronto, la conferma dello stop ai licenziamenti. Confindustria ha ribadito ancora una volta la sua posizione: “Dove ci sono attività ferme perché il governo decide di fermarle è giusto che ci sia il blocco dei licenziamenti, così come è corretto che ci sia il riconoscimento dei costi di gestione e il differimento degli oneri fiscali e contributivi. Ma dove non ci sono condizioni di sospensione per legge, ma riduzione di attività dovute al mercato, dobbiamo consentire alle aziende di potersi riposizionare, per far ripartire il mercato del lavoro“.

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Reddito di Cittadinanza, l’opinione di Confindustria

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Il vicepresidente Stirpe ha lanciato un paio di colpi a due delle principali misure del Movimento 5 stelle. Secondo lui, infatti, la riforma degli ammortizzatori che il ministro Orlando intende concludere entro il mese, è connessa al “tema del reddito di cittadinanza, che non dà nessuna risposta in termini di politiche attive“.

Altre stoccate contro il provvedimento arrivano anche da Confcommercio, in particolare dalle parole della vicepresidente Donatella Prampolini: “È ancora solo una misura di assistenza e non è mai diventata una misura di politica attiva“.

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Secondo Stirpe, quindi, sarebbe necessario ripensare “alcune storture causate dal Decreto Dignità in merito al contratto a termine, mitigando quegli aspetti che rischiano di bloccare la ripresa occupazionale in settori particolarmente colpiti dal Covid come quello dei servizi“.

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