Ilva, Confindustria chiede al governo di non chiudere altiforni

Ilva, la sentenza del tar del Lecce dispone la chiusura degli altiforni, ma Confindustria chiede al governo di evitare uno stop. 

Inquinamento e porti verdi, il rapporto di Legambiente ed Enel X
Inquinamento e porti verdi, il rapporto di Legambiente ed Enel X (foto: Pixabay)

I dossier che il nuovo Ministro dello Sviluppo Economico Giorgetti sta per trovare sul proprio tavolo, non sono di certo dei più semplici. In particolare, la caduta del precedente governo è avvenuto in un momento molto delicato per quanto riguarda la situazione dell’Ilva, e questa sarà sicuramente la prima vera sfida che attende il leghista. L’accordo tra ArcelorMittal e lo Stato italiano è infatti ancora in fase di stallo in quanto si continua ad attendere il decreto del Mef che autorizzi Invitalia a entrare con circa 400 milioni di capitale. Nel frattempo però il tar del Lecce ha confermato e disposto la chiusura degli altiforni entro il termine massimo di sessanta giorni, ritenendo che questi impianti rappresentino una fonte troppo grande di inquinamento. 

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Ilva, Draghi potrà ignorare la sentenza del tar del Lecce?

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Immediata la reazione di Confindustria, che si è subito dichiarata contraria a questa chiusura, sottolineando come al momento l’Ilva abbia degli impianti produttivi essenziali a proteggere l’interesse nazionale, e che in ragione di questo, il governo Draghi deve fare di tutto per evitarne lo stop. Resta però il fatto che ignorare una sentenza così netta, che oltretutto avverte di un pericolo, quello dell’inquinamento, che ormai inizia ad essere particolarmente sentito dalla popolazione, non sarà semplice per il nuovo premier. 

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Anche perché, non bisogna dimenticare che Draghi si è già presentato rimarcando una forte considerazione verso la tematica ambientale. E l’ILva sarà probabilmente il primo test per verificare in proposito la sua buonafede.

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