Spreco alimentare, piccoli passi avanti ma i numeri sono ancora alti

Il prossimo 5 febbraio sarà la Giornata Nazionale di prevenzione dello spreco alimentare. Fondazione Barilla ha quindi diffuso un report con i dati dello spreco in Italia.  

I dati sullo spreco alimentare nel nostro Paese fotografano una media italiana di gran lunga superiore a quella europea. Ma Fondazione Barilla ha anche messo in luce i piccoli passi avanti fatti, in particolare durante il lockdown.

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Spreco alimentare: i dati italiani

Spreco alimentare piccoli passi avanti ma i numeri sono ancora alti
(fonte: Pixabay)

Secondo il Food Sustainability Index di Fondazione Barilla e The Economist Intelligence Unit, lo spreco in Italia produce 65kg di scarti alimentari ogni anno, la media europea è invece di 58kg. Tradotto in termini economici, si tratta di 260 euro l’anno a famiglia buttati a seguito di comportamenti che possono essere facilmente corretti.

E infatti, durante il lockdown, Fondazione Barilla ha notato una leggera inversione di tendenza. In particolare, la limitazione delle possibilità di uscire unita a una volontà di ridurre al massimo il tempo trascorso fuori casa e in luoghi affollati hanno generato un cambiamento nelle abitudini alimentari italiane.

Anzichè comprare sempre prodotti nuovi, gli Italiani hanno scoperto di poter consumare prima ciò che era già presente in dispensa e a trovare modi creativi per sfruttare gli ingredienti in modo migliore, riducendo così anche la quantità effettiva di rifiuti.

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I passi in avanti fatti durante il periodo di lockdown sono incoraggianti e, in generale, un consumo più consapevole delle risorse non può che fare bene al pianeta e all’uomo. Produrre meno rifiuti significa ridurre l’impatto di ciascuno di noi sul pianeta. Se aggiungiamo a questo un consumo più consapevole e un’attenzione crescente a modelli alimentari più sostenibili, la strada verso gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile indicati dall’Agenda 2030 dell’Unione Europea.

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