Cartelle esattoriali, metà dei crediti non sono recuperabili: la scelta del governo

Cartelle esattoriali, dopo la proroga fino al 31 Gennaio, il sito ProiezionidiBorsa rileva come metà di questi crediti saranno difficilmente esigibili. 

Nei primi mesi di gennaio, era arrivata la conferma che l’Agenzia delle Entrata si apprestava a notificare ai cittadini circa cinquanta milioni di cartelle esattoriali, dopo le sospensioni varate lo scorso anno per fronteggiare l’emergenza economica innescata dalla pandemia.

Immediate le proteste da parte dell’opposizione, che aveva accusato il governo di voler mettere in difficoltà i cittadini in un momento storico che continua ad essere molto difficile da affrontare. L’esecutivo però, aveva fin dall’inizio precisato che avrebbe fatto il possibile per sospendere queste notifiche.

E dopo pochi giorni, si è riusciti a prorogare questa scadenza fino alla data del 31 Gennaio. Una sospensione che naturalmente non risolve il problema, che si presenterà invece a breve. 

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Cartelle esattoriali, l’analisi di ProiezionidiBorsa

Tasse reddito minimo
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L’ipotesi più accreditata al momento è quella di classificare i crediti dei contribuenti verso il fisco e varare delle specifiche sospensioni a seconda della situazione. Anche perché, il mancato incasso di queste cartelle esattoriali, mette in seria difficoltà l’erario. Allo stesso tempo però il suo pagamento potrebbe portare alla rovina migliaia di contribuenti, deprimendo di conseguenza l’economia interna del paese. Una situazione abbastanza complicata, di cui vedremo i primi risvolti nei prossimi mesi. 

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Il sito ProiezionidiBorsa ha esaminato l’attuale debitoria esattoriale a carico dello stato, rilevando come, dei 980 miliardi complessivi da riscuotere, 400 di questi saranno quasi impossibili da recuperare a causa delle condizioni economiche in cui versano i contribuenti coinvolti.

Per questo, l’ipotesi di saldo e straccio delle cartelle, nonostante le criticità annesse, appare al momento sempre più probabile.

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