Vendere le riserve auree per evitare aumento Iva: il governo ci pensa?

Il governo italiano sta pensando di vendere le riserve auree del paese per evitare l’aumento dell’IVA il prossimo anno. La proposta, avanzata dalla Lega tramite Claudio Borghi, consentirebbe la vendita delle riserve se fosse autorizzata attraverso una legge costituzionale.

Questa intenzione ha suscitato aspre critiche da parte dei leader dell’opposizione, i quali hanno accusato il partito di governo di pianificare l’appropriazione delle riserve auree nazionali per soddisfare le loro promesse elettorali. Il vice premier Matteo Salvini ha valutato positivamente questa proposta: “Non sto seguendo direttamente la vicenda, ma personalmente la ritengo un’idea veramente interessante”.

In precedenza, lo stesso Salvini e il partner di coalizione Luigi Di Maio, avevano chiesto di sostituire l’attuale amministrazione della Banca d’Italia, che controlla le riserve in oro e in valuta estera dell’Italia. Il governo ha accusato l’attuale amministrazione della banca di non riuscire a mantenere un’adeguata supervisione del sistema bancario italiano.

La Banca d’Italia gode di un’ampia autonomia sul processo decisionale assolutamente indipendente dal governo italiano. Secondo alcuni membri del governo, l’insufficiente controllo ha portato al crollo di varie istituzioni finanziarie, causando non pochi danni a correntisti.

I precedenti intenti messi sul piatto dal governo italiano per ottenere il controllo delle riserve auree del paese sono stati ostacolati da Bruxelles in quanto ritenuti destabilizzanti per l’indipendenza della Banca d’Italia e per le regole di finanziamento pubblico.

Insomma, altre tensioni sono in vista, dopo quelle avvenute a dicembre prima dell’approvazione della Legge di Bilancio 2019, in cui era stato scongiurato l’aumento dell’IVA. Le due misure principali approvate, reddito di cittadinanza e Quota 100, sono state ostacolate dall’opposizione in quanto considerate non utili per la ripresa economica e il futuro abbassamento delle tasse.

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