Prelievo bancomat, questa cifra fa scattare controlli

I controlli del fisco sui movimenti finanziari restano uno strmento valido per combattere l’evasione fiscale

Bancomat, attenzione ai prelievi per questa cifra (Foto Pixabay) – consumatore.com

La lotta all’evasione fiscale resta un punto cardina della politica europea. Si tratta di un tema  spesso dibattuto in Italia e in Europa. L’attenzione dell’Unione europea ha da tempo acceso la luce sull’Italia. Si stimano, infatti, circa 100 miliardi annui sottratti al fisco. Soldi che farebbero quadrare i conti in maniera diversa al cospetto delle norme previste dall’Unione per tenere i conti pubblici sotto controllo.

Prelievo al bancomat, la cifra da non superare per evitare controlli

Bancomat, attenzione ai prelievi per questa cifra (Foto Pixabay) – consumatore.com

Alla base c’è un discorso ampio su cui regge il trattato che unisce i paesi membri. Infatti, la politica europea punta a portare allo stesso liovello di benessere tutti i paesi membri. L’evasione fiscale non facilita l’uscita delle zone svantaggiate dalle difficoltà. Inoltre, l’evasione penalizza particolarmente l’Italia che è un paese ad alto debito pubblico.  Sotto la spinta europea, con l’ausilio dei strumenti informatici e l’appoggio del sistema bancario è possibile effettuare dei controlli sui movimenti dei conti attraverso l’accesso ai conti correnti.

Infatti, nei movimenti finanziari è necessario porre attenzione alle somme che si incassano e si prelevano. Esistono dei limiti oltre i quali si accende la lente del fisco che può chiedere un accertamento per dare spiegazione al movimento di danaro. In particolare, per quanto riguarda il prelievo la spia del fisco può accendersi se si superano 10.000 euro. Chi si occupa dei controli, infatti, può accedere ai movimenti finaziari e chiedere spiegazioni sull’utilizzo di una somma tale in contanti.

In tal caso può partire un accertamento la cui procedura si può fermare soltanto giustificando il movimernto finanziario effettuato. La lotta all’evasione fiscale ha subito un rallentamento da gennaio per effetto dell’aumento del tetto massimo dei pagamenti in contanti portato a 5.000 euro. Prima di gennaio 2023 il tetto massimo era fissato a 2.000 euro e il governo Draghi aveva in programma di portarlo a 1.000 euro. Poi il cambio politico effetto delle elezioni anticipate e la riforma della circolazione dei contanti.

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