Cartelle esattoriali, i Comuni che non accettano lo stralcio

La legge di bilancio prevede lo stralcio delle cartelle fino a 1.000 euro retrodatate. Tuttavia, per le imposte comunali decidono gli enti

Cartelle esattoriali, condono 2023 (Adobe) – Consumatore.com

La legge di bilancio del 2023 ha previsto un condono delle cartelle esattoriali. Nello specifico è previsto lo stralcio delle cartelle in automatico dei debiti iscritti a ruolo di importo residuo, alla data del 1° gennaio 2023, fino a 1.000 euro relativamente ai carichi in ruolo dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2015.

Inoltre sono previsti anche stralci parziali di interessi e sanzioni alle cartelle relative a ruoli affidati agli agenti della riscossione tra il 1° gennaio 2000 ed il 30 giugno 2022. Tuttavia, se i debiti verso il fisco riguardano imposte comunali saranno gli enti locali a decidere se accettare o meno lo stralcio.

Condono fiscale, le città che negano lo stralcio

Cartelle esattoriali, condono 2023 (Adobe) – Consumatore.com

Infatti, per il principio dell’autonomia finanziaria, sancito dalla legge sul federalismo fiscale del 2009 di cui godono gli enti locali per realizzare gli obiettivi fondamentali relative alle proprie funzioni, sono le amministrazioni stesse a decidere. Ciò vuol dire che per i debiti relativi ad esempio all’Imu o alla Tari è necessario attendere il via libera dell’amministrazione.

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Tuttavia, l’Anci, l’associazione nazional dei comuni italiani denuncia il fatto che siano stati dati tempi troppo stretti agli enti locali per deliberare il condono fiscale. Infatti, entro il 31 gennaio i comuni dovranno decidere altrimenti i propri cittadini perderanno questa possibilità.

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Infatti, ci sono già dei comuni importanti che hanno deciso di non accettare lo stralcio. Si tratta, in particolare, di Milano, Roma, Bologna, Firenze, Bari, Piacenza, Verona. A queste importanti città potrebbero aggiungersi poi Napoli e Torino che hanno ancora deciso. Sembrano andare verso il via libera anche Arezzo, Lecce, Pistoia, Lucca per el quali manca solo l’atto ufficiale. Alcuni comuni che hanno già deciso di non aderire hanno difficoltà le gate al bilancio dell’ente locale. Su questa linea è il Comune di Roma e potrebbe andare in questa direzione anche il Comune di Napoli così come quello di Torino i cui conti non sono molto positivi.

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