Benzina, la decisione ufficiale sullo sciopero

I rappresentanti sindacali dei gestori dei distributori di carburante hanno sciolto la riserva sullo sciopero

Sciopero benzinai confermato dalle sigle sindacali (Adobe) – Consumatore.com

Era atteso il verdetto da parte delle sigle che rappresentano i gestori dei distributori di carburante sullo sciopero congelato. Infatti, i benzinai hanno deciso di proclamare uno sciopero nei giorni 25 e 26 gennaio 2023, ossia un mercoledì e un giovedì. L’attacco generico alle presunte speculazioni non è l’unico motivo che ha spinto verso la decisione.

I benzinai protestano anche con l’ultimo decreto che prevede l’obbligo di esporre un ulteriore cartello con il prezzo medio nazionale per questioni di trasparenza. Le sigle Fegica e Figisc Confcommercio hanno voluto attendere la pubblicazione del decreto trasparenza prima di sciogliere le riserve.

Carburanti, sciopero confermato il 25 e il 26

Sciopero benzinai confermato dalle sigle sindacali dei gestori (Adobe) – Consumatore.com

Lo sciopero. infatti, era stato congelato dopo un confronto tra le parti avvenuto proprio a Palazzo Chigi circa una settimana fa. Una volta pubblicato il decreto, dopo la firma del Capo dello Stato Sergio Mattarella, i gestori hanno deciso di confermare lo sciopero. Quindi, nei giorni 25 e 26 gennaio 2023, ossia un martedì e un mercoledì, gli automobilisti troveranno i distributori privi del servizio.

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Il tutto era cominciato con l’aumento dei prezzi al distributore di benzina e diesel dovuto alla mancata proroga del taglio delle accise sui carburanti voluta dal Governo Meloni.  Proroga che è avvenuta soltanto una volta da parte dell’attuale esecutivo e per una quota, 18 centesimi, già inferiore rispetto ai tagli del governo Draghi che aveva abbassato le accise di 30 centesimi per circa sei mesi.

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La maggioranza che sostiene il governo ha puntato il dito sulle speculazioni senza, tuttavia, precisare da quale fonte provenissero. Questi annunci a difesa della scelta di non prorogare il taglio delle accise hanno generato le reazioni tra i benzinai che si sono visti accusati di un aumento che è dovuto, invece, a scelte politiche. L’obbligo poi deciso dal governo di esporre i prezzi medi ha rincarato la dose e fatto scattare lo sciopero.

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