Superbonus, dietrofront: è possibile ancora ottenere il 110%

Nuovo dietrofront dell’esecutivo sul superbonus 100%. Arriva la proroga ma ancora per poco. Ecco cosa ha deciso il governo

Superbonus, proroga termini (Foto Adobe)

Il governo italiano sta vivendo giorni intensi per la definizione della legge di bilancio che, come ampiamente ricordato, dovrà essere approvata da entrambe le Camere entro il 31 dicembre. I tempi iniziano a diventare stretti viste le difficoltà a trovare una quadratura in maggioranza con le tante richieste e le risorse ridotte.

Inoltre, le votazioni dovranno avvenire per entrambe le Camere e ciò restringe ancor di più i tempo. Intanto arrivano le prime modifiche anche a provvedimenti che sembravano ormai conclusi. Dopo il dietrofront per l’obbligo di accettare pagamenti con il pos arriva una nuova retromarcia dell’esecutivo.

Superbonus 110%, proroga al 31 dicembre della Cilas

Superbonus, proroga termini Cilas al 31 dicembre (Foto Adobe)

Infatti, per il superbonus 110% è arrivata una proroga per quanto riguarda uno dei requisiti necessari per poter ottenere il bonus massimo per i lavori del 2023. Si tratta della Cilas, la comunicazione di inizio lavori. Il governo, infatti, aveva fissato una data in tempi stretti rispetto alla decisione presa, ossia il 24 novembre scorso.

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La decisione costrinse progettisti ed esecutori alla corsa contro il tempo ma in tanti si sono dovuti scontrare, poi, con gli affanni dei comuni nel ricevere improvvisamente una mole di lavoro da eseguire in tempi brevi. E’ arrivata, così, la ragionevole proroga del termine per presentare la Cilas entro il 31 dicembre.

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Tuttavia, il ministro dell’economia e finanze Giorgetti ha sottolineato che questa proroga non riguarda le delibere dei condomini per i quali vale sempre la data al 24 novembre. Su questa data si era aperto anche un momento di incertezza poi risolta. Il ministro aveva semplicemente dato una data diversa per errore.

Per tutti coloro che non rientreranno in queste date il superbonus resta in vigore ma al 90 per cento e non al 110. Questo dovrebbe essere l’ultimo atto di una delle norme più travagliate della storia della Repubblica. E’ difficile rammentare una normativa corretta così tante volte in corsa.

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