Incentivi ai contanti, la Corte dei Conti boccia le nuove misure

Nella relazione annuale alle Camere la Corte ha sollevato, come suo solito, alcune osservazioni sui conti pubblici

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(Foto Pixabay)

I provvedimenti del governo tesi ad incentivare l’uso del contante a scapito dell’uso dei pagamenti digitali continuano a far discutere. Intanto, mentre si attende il parere della Commissione europea sulla legge di bilancio italiana e sugli incentivi all’uso del contante, anche altre istituzioni statali sono intervenute.

Infatti, la Corte dei Conti, che si occupa del controllo successivo sulla gestione delle amministrazioni pubbliche e il controllo economico finanziario, ha sollevato le consuete osservazioni sui provvedimenti in manovra durante l’appuntamento annuale con la relazione alle Camere.

La Corte dei Conti boccia le norme a favore dei contanti

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Pos (foto Adobe)

Durante questo incontro che si ripete ogni anno, la Corte riferisce al Parlamento ed ai consigli regionali sull’esito del controllo eseguito. Nella relazione, la Corte formula anche le proprie osservazioni di carattere generale. In tal senso si è espressa sulle iniziative di favorire l’uso del contante che va contro la tendenza degli ultimi anni di combattere l’evasione fiscale.

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“Alcune misure in materia di entrate generano alcune perplessità. I buoni risultati dell’ultimo biennio hanno consentito di mantenere in equilibrio i conti pubblici, garantendo la sostenibilità di un processo redistributivo che ha assunto dimensioni di rilievo. È importante conseguire significativi miglioramenti in termini di coerenza fiscale, ponendo al centro degli obiettivi pubblici un’efficace azione di contenimento dell’evasione che, nonostante i risultati conseguiti, rimane di dimensioni considerevoli”.

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Sono le parole scritte dalla Corte nel documento depositato in Commissione Bilancio congiunte di Camera e Senato che ha proseguito: “Per far ciò è necessario che si utilizzino compiutamente le diverse misure di prevenzione e contrasto, che possono concorrere all’innalzamento dei livelli di fedeltà fiscale, favorendo, attraverso l’uso delle tecnologie, l’emersione spontanea delle basi imponibili e supportando la necessaria azione di controllo dell’Amministrazione fiscale; ciò anche mediante l’impiego sistematico dei dati finanziari e, non ultima, un’efficace attività di riscossione. Non sembrano andare in questa direzione alcune delle misure della manovra che interrompono un percorso intrapreso per la tracciabilità dei pagamenti, che ampliano l’area dei ricavi soggetti a regime forfettario o che propongono regimi di favore che, se consentono di ottenere un incremento del gettito immediato, ipotecano entrate future”. 

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