Multe, la violazione che può costare anche 30.000 euro

La legge non ammette ignoranza e alcune violazioni alla portata di tutti possono comportare anche multe salatissime

multa non valida
Multa (foto Adobe)

In tempo di inflazione e con la vita che è sempre più cara evitare di ricevere delle multe o sanzioni è cosa ancora più opportuna del solito. Intanto se esistono delle violazioni punite con sanzioni significa che è opportuno evitare di compiere determinati atti. Tuttavia, non sempre si è al corrente delle multe alle quali si va incontro quando si violano delle regole che riguardano il viere civile.

Questa scarsa conoscenza può far trovare le persone, ignare del valore delle sanzioni, in serie difficoltà dinanzi ad una multa di migliaia di euro. Infatti, a Napoli, sulla tangenziale della città due uomini sono stati multati per atti osceni in luogo pubblico. Nello specifico caso i due stavano consumando un rapporto intimo nei bagni dell’area di servizio della tangenziale del capoluogo campano.

Multa da 20.000 euro per atti osceni in luogo pubblico: il caso

Codice della strada multa seriale
Multe (Foto Pixabay)

Per loro sfortuna le forze dell’ordine in pattuglia si sono accorte di tutto ed hanno comminato ai due una multa di 20.000 euro. E a guardare la norma non hanno applicato nemmeno il valore massimo possibile. Infatti, la norma è molto chiara sulle cifre che vanno da un minimo a un massimo comminabile.

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All’articolo 527 del codice penale si legge che: “Chiunque, in luogo pubblico o aperto o esposto al pubblico, compie atti osceni è soggetto alla sanzione amministrativa pecuniaria da euro 5.000 a euro 30.000Si applica la pena della reclusione da quattro mesi a quattro anni e sei mesi se il fatto è commesso all’interno o nelle immediate vicinanze di luoghi abitualmente frequentati da minori e se da ciò deriva il pericolo che essi vi assistano. Se il fatto avviene per colpa, si applica la sanzione amministrativa pecuniaria da euro 51 a euro 309″. Il codice spiega inoltre all’articolo 529 che si considerano osceni gli atti e gli oggetti che, secondo il comune sentimento, offendono il pudore”. 

 

 

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