Caro bollette, l’Antitrust sanziona aziende di fornitura energia per modifiche unilaterali dei contratti

Finalmente arriva la multa. Le speculazioni delle aziende di fornitura del gas ed energia potranno subire uno stop, così come il rincaro bollette

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Bollette (Foto Unsplash)

L’aumento delle bollette è stato vertiginoso nell’ultimo anno, con un picco a partire dall’estate 2022. E questo ha dato un ulteriore accettata ad una condizione già compromessa dei budget medi familiari italiani. Senza dover essere analista economico, si ravvisa dall’aumento delle richieste di sussidi e del reddito di cittadinanza, anche se probabilmente con il nuovo Governo subirà uno stop.

E la parte più grave della questione, è che i nostri politici non hanno fatto altro che puntare il dito sul conflitto per delegare qualunque responsabilità su un crollo economico con pochi precedenti. La questione del caro bollette, che tanto preme ai mezzi d’informazione, e dunque agli italiani, specialmente con la minaccia che il prossimo inverno sarà ancora più funesto, finora non è stata mai affrontata dalle autorità competenti con un approccio integrato e strutturale.

Ed allora arriva l’Antitrust, con tutta la cavalleria. L’Autorità garante della Concorrenza e del Mercato ha sanzionato diverse aziende di fornitura di gas ed energia elettrica per pratiche commerciali scorrette. E si arriva al nocciolo dei conti. Certo, il conflitto fra Russia ed Ucraina non è esente da responsabilità, ma esse sarebbero potute essere molto più contenute se non si fossero introdotti gli extraprofitti. Che significa?

In parole povere, l’energia che gli utenti stanno pagando a prezzo di mercato, decisamente rialzato, era stata acquistata anni prima ad un costo decisamente inferiore. Tutta quella discrepanza è ingiustamente addebitata ai cittadini per far fruttare i fatturati delle aziende. Una pratica non illegale ma che si può definire scorretta in un momento storico delicato come questo.

Si passa il confine invece quando si violano le norme contrattuali. L’art. 3 del Decreto Legge n. 115 del 9 agosto 2022 (cd. DL Aiuti bis), convertito in Legge n. 142 del 21 settembre 2022, aveva disposto il divieto di modificare il prezzo di fornitura di energia elettrica e gas naturale. Questo significa che vengono sospese fino al 30 aprile 2023 le clausole contrattuali che consentono di aumentare il prezzo delle materie prime.

Ed invece le aziende in questione, per le quali L’AGCM – Antitrust – ha aperto delle specifiche istruttorie, hanno “dimenticato” questo recente precetto ed attuato modifiche unilaterali ai contratti di fornitura.

Come si legge su un comunicato stampa dell’Autorità, “Iberdrola ed E.ON hanno comunicato agli utenti la risoluzione del contratto di fornitura per eccessiva onerosità sopravvenuta, indebitamente condizionando i consumatori ad accettare un nuovo contratto a condizioni economiche ben peggiori ovvero a passare a forniture alternative”.

Dolomiti ha impropriamente ritenuto valide le comunicazioni di modifica unilaterale del prezzo di fornitura inviate prima dell’entrata in vigore del Decreto Aiuti bis (10 agosto 2022), mentre la norma fa salve solo le modifiche unilaterali “perfezionate” ovvero effettivamente applicate prima della stessa data”.

Iren, infine, ha indebitamente comunicato alla clientela la scadenza delle offerte a prezzo fisso per applicare nuove e peggiorative condizioni di fornitura, sostituendo le precedenti comunicazioni di modifica unilaterale delle condizioni economiche con nuove comunica”.

Per questo l’Antitrust ha disposto l’interruzione immediata delle modifiche contrattuali e l’obbligo di informare i consumatori delle mancate comunicazioni e delle azioni cautelari che le aziende stanno subendo. Al termine dell’istruttoria ci si attende una sanzione come minimo milionaria.

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