Reddito di cittadinanza, chi ha quest’età rischia di perderlo?

Il nuovo governo guidato da Giorgia Meloni prevede la modifica del Reddito di Cittadinanza: queste persone potrebbero perderlo

reddito di cittadinanza
reddito di cittadinanza (Foto Gov.it)

Il Reddito di Cittadinanza così come lo abbiamo conosciuto fino ad ora potrebbe essere modificato. Sembra essere proprio questa la scelta dell’ormai imminente governo Meloni il cui partito, Fratelli d’Italia, ha vinto le elezioni dello scorso 25 settembre. Già in campagna elettorale la Meloni aveva aspramente criticato il RdC così com’è, valutando un suo possibile cambiamento.

Secondo le prime ipotesi la misura introdotta dal governo Conte nel 2019 potrebbe essere migliorata, secondo la Meloni, destinandola solo a determinate categorie di persone, ovvero quelle considerate maggiormente a rischio o fragili e quindi maggiormente bisognosi di tutele. Vediamo allora chi rischia di perdere il RdC.

Reddito di cittadinanza: ecco chi rischia di perderlo

reddito di cittadinanza
reddito di cittadinanza (Foto Adobe)

Se la Meloni dovesse mantenere tutte le promesse fatte in campagna elettorale, allora la modifica al Reddito di Cittadinanza comporterebbe l’esclusione di varie persone che lo hanno ricevuto fino ad ora. Il nuovo governo Meloni potrebbe riconoscere il reddito di cittadinanza solo a: over 60 privi di reddito, e quindi disoccupati; invalidi e famiglie in difficoltà con minori a carico.

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Rischiano invece di perdere il sussidio coloro che hanno tra i 18 ed i 59 anni e sono in grado di lavorare. Una scrematura che si basa solo su condizioni anagrafiche e fisiche che escludono qualsiasi tipo di disabilità ma che, allo stesso tempo, non tiene conto di tutta una serie di condizioni ambientali, sociali e economiche che spesso differiscono da regione a regione.

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Questo ragionamento esclude quindi dal percepire il reddito tutti coloro che sono giovani ed in salute e che possono trovare lavoro. Il RdC sarebbe tolto a tutte quelle persone anche se vivono in territori con un alto tasso di disoccupazione e percentuali di lavoro nero altrettanto preoccupanti.

Con questo ragionamento, però, potrebbe nascere anche un’altra problematica: tali paletti potrebbero accentuare ancora di più le differenze di ceto, a discapito di chi ha meno disponibilità economica, in una società in cui il divario tra ricchi e poveri è sempre più evidente.

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