Rivoluzione cartelle esattoriali: cosa può cambiare in Italia

Il governo lavora anche sulle cartelle esattoriali. Novità in vista per le cartelle fino a determinati importi

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Cartelle esattoriali (Foto Pixabay)

E’ da tempo che l’attività economica e sociale è ripartita in piena normalità. la pandemia è sotto controllo da cinque mesi nonostante non sia sparita del tutto. Le attività economiche sono in ripresa piena da prima dell’estate e con essa sono ripartite anche le attività amministrative.

Nello specifico, anche la tregua fiscale, sospesa nel periodo delle chiusure delle attività, è ripresa. Infatti, a partire dalla primavera sono state circa 2,5 milioni le cartelle di pagamento inviate ai contribuenti. Tuttavia, questa fase arriva in un momento in cui l’inflazione e il caro energia frenano le attività commerciali e industriali e mettono in difficoltà i redditi bassi e medio bassi.

Cartelle esattoriali, si lavora per lo stralcio

Cartelle esattoriali (Foto Pixabay)

A tal fine il nuovo esecutivo che si appresta ad insediarsi ad ottobre sta varando delle soluzioni anche per le cartelle esattoriali. L’idea del nuovo governo è quella di concedere un taglio massiccio alle cartelle di importo che vanno da 1.000 a 3.000 euro. La soluzione sarebbe quella di offrire al contribuente il 20% in un’unica soluzione con lo stralcio del restante 80%.

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Le cartelle di importo inferiore, invece, sarebbero cancellate definitivamente. Il nuovo governo cerca di mantenere quanto promesso in campagna elettorale. Tuttavia, non è chiaro poi la posizione nei confronti dei contribuenti che stanno, invece, pagando a rate il loro debito con il fisco.

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Infatti, il criterio che spingerebbe a tendere la mano alle cartelle di piccoli importi non regolarizzati sarebbe nel fatto che chi non paga cartelle di importi non esosi, lo fa perché non ne ha la possibilità. Tuttavia, lo stesso criterio dovrebbe valere anche per coloro che hanno deciso di regolarizzare con piccole rate da 50 euro l’una. Per le cartelle di importo superiore a 3.000 euro, invece, è allo studio l’eliminazione di interessi e sanzioni e l’applicazione di una aggiunta del 5% come penalità per il mancato pagamento.

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