Phishing: come riconoscere i messaggi truffa che puntano al conto

Sono sempre di più gli utenti esposti alle frodi telematiche atte a rubare i dati personali ma basta poco per difendersi. Vediamo le soluzioni

Phishing: come riconoscere i messaggi truffa che puntano al conto
Phishing (Foto Adobe)

Le nostre abitudini di pagamento hanno subito un’irriconoscibile trasformazione rispetto al passato. Il denaro contante è stato – in certo senso – detronizzato quale strumento principe per gli acquisti e, come sappiamo, soffre della diretta concorrenza dei pagamenti elettronici. Questi ultimi sembrano infatti rappresentare qualcosa di più di un’alternativa, in quanto il loro ricorrere è stato stimolato dall’attuale normativa anti evasione fiscale.

Gli esercizi commerciali e gli uffici, presso i quali è ugualmente accettato l’uso del contante se non per le condizioni legati al tetto stabilito per legge, devono disporre obbligatoriamente del dispositivo POS per coloro che vogliono pagare elettronicamente. Ma il passaggio della banda magnetica della carta non è che una (e neanche l’ultima) fra le modalità di acquisto dei beni.

Phishing, quali accorgimenti adottare per aggirarlo

Phishing: come riconoscere i messaggi truffa che puntano al conto
Phishing (Foto Adobe)

Una buona parte delle nostre compere (se non la stragrande maggioranza) non è realizzata fisicamente presso le aree commerciali e i negozi; tutto si sta completamente riversando sui siti dello shopping on line. La realtà è sotto gli occhi di tutti, compresi degli istituti di credito che da tempo hanno adeguato gli strumenti finanziari, a partire dai conti correnti, alla permanente interazione tra le piattaforme d’accesso al credito e i fornitori di servizi in Rete.

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Al punto di vista dei siti di acquisti on line, c’è stata la corsa ad attrezzare le pagine di robuste certificazioni, costantemente aggiornate, per evitare che eventuali trojan possano infiltrarsi nell’esperienza di spesa dell’utente. Infatti, l’aspetto della sicurezza comporta l’adozione di strumenti che garantiscono la protezione dei dati sensibili del consumatore, tra i quali le coordinate bancarie, oppure le informazioni legate alla carta di pagamento. Tutto ciò che occorre per svuotare un conto, insomma.

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Insieme agli utenti, i primi a farne le spese, ci sono anche gli istituti di credito al quale viene violata la reputazione da parte di malintenzionati che usano il loro nome per entrare in contatto con i correntisti e mettere mano ai suddetti dati. I mezzi di frode sono molteplici soltanto per un’unica modalità, e sono riassunti con un’unica parola: phishing. Si tratta di trasmettere all’ignaro utente un link sul quale accedere ad un form, compilato il quale, i malviventi hanno tutto il necessario per svuotare il conto, chiavi d’accesso incluse. I messaggi arrivano principalmente via email o sms, eppure qualche indizio potrebbe fermare per tempo il tentativo di furto: ovverosia, le comunicazioni pervengono da domini non ufficiali; di frequente il testo dell’avviso è mal scritto, con ripetuti errori grammaticali. Si raccomanda di non cliccare sul link proposto e di avvisare del ricevimento la banca.

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