Elezioni 2022, Berlusconi promette: “Buste paga con questa cifra”

In vista delle elezioni proseguono le dichiarazioni di leader ed esponenti politici, Berlusconi interviene sulle buste paga

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Berlusconi (Screenshot Instagram)

La corsa verso le elezioni continua tra ansia per gli aumenti energetici imminenti e preoccupazioni per il potere d’acquisto di stipendi e salari sempre più eroso dall’inflazione. Il mondo del lavoro, in tutte le sue sfaccettature contrattuali e normative, è certamente sottoposto ad una pressione notevole da aumenti dei prezzi e tagli ai servizi.

I giovani alle prese con le prime esperienze lavorative non fanno eccezione tra disparità contrattuali e retribuzioni esigue. Inoltre in vaste aree del Paese la disoccupazione giovanile resta molto elevata, con una media nazionale oltre il 24 per cento. In questo quadro complicato si inseriscono le affermazioni, le proposte e le promesse di esponenti politici e leader di partito.

Elezioni 2022, Berlusconi intervenire nelle buste paga 

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Elezioni politiche 2022 (Foto Adobe)

Tra i più attivi nella campagna elettorale Berlusconi anche attraverso i canali digitali e i social. Infatti spicca la sua presenza su TikTok, social media network che permette ai suoi utenti di creare brevi video clip e lanciarli per la condivisione. Questa applicazione è seguitissima dai giovanissimi ed è diventato uno dei social più popolari al mondo. Tanto che ormai contenuti realizzati anche da aziende, brand famosi, politici e personaggi dello spettacolo sono molto frequenti.

Il leader di Forza Italia non fa eccezione con la sua clip quotidiana rivolta ai giovani elettori. In uno dei suoi ultimi video ha proposto l’aumento a 1000 euro della busta paga per i giovani con contratti di apprendistato, temporanei, praticantato. Il tutto realizzato mediante il taglio delle tasse e di ogni spesa contributiva per le aziende durante i primi due anni di assunzione. Sarebbero applicate quindi agevolazioni fiscali per le imprese che reclutano i giovani.

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Niente modifiche collettive con aumenti inseriti nei contratti nazionali di lavoro, niente riduzione del numero dei contratti esistenti, niente aumenti dei minimi salariali per legge. Del resto, vale la pena ricordare che la questione di salari, stipendi e compensi troppo bassi a fronte del costo della vita, riguarda non solo le giovani generazioni, ma una percentuale molto elevata di lavoratori di ogni età.

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Per non parlare dei contributi che determinano il montante contributivo, decisivo per l’ammontare della pensione. Si vedrà cosa sarà realizzato dal nuovo governo, per il momento non si conoscono né modalità, né natura degli interventi promessi, la campagna elettorale continua.

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