Cosa rischia chi ha un conto corrente cointestato

Il conto corrente cointestato è una delle opzioni che molte famiglie scelgono per risparmiare. Quali sono i rischi

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Conto corrente cointestato (Foto Pixabay)

Aprire un conto corrente cointestato significa avere due o più firme sul conto, e quindi 2 o più persone che possono accedere ed operare sul deposito bancario. Si può scegliere un conto cointestato per varie ragioni. Innanzitutto se si è soci di un’impresa. Oppure all’interno della famiglia come coniugi. Le spese per i conti correnti ormai sono sempre più alte, non esistono più i conti a zero spese. Per cui l’opzione di avere un solo conto dimezza i costi.

Oltretutto oltre i 5.000 euro di deposito si paga un’imposta di bollo pari a 34,20 euro annuali. Se i conti dovessero essere 2 la spesa peserebbe il doppio sull’economia familiare. Un altro motivo per scegliere il conto cointestato è tra genitori e figli, per evitare le difficoltà della successione. Se uno dei due firmatari decede, l’altro diventa proprietario del conto intero, a meno che non ci siano altri aspiranti eredi che richiedano la loro parte.

Conto corrente cointestato, vantaggi e rischi

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Conto corrente cointestato (Foto Pixabay)

Quindi i vantaggi, soprattutto per ragioni economiche sono diversi. Oltretutto, in una famiglia in cui solo uno dei due coniugi lavora, l’altro con il conto cointestato può ritirare denaro ed effettuare operazioni sul conto congiunto. A questo punto è bene specificare che esistono due forme principali di conto corrente cointestato: a firma congiunta ed a firma disgiunta.

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Nel primo caso ogni operazione deve avere l’avallo di tutti i formatari. È una forma di conto molto comune tra i soci in affari. Mentre invece per la gestione domestica si predilige la firma disgiunta. Ovvero la possibilità per ogni firmatario di effettuare transazioni senza il benestare dell’altro.

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I rischi della firma congiunta sono principalmente il tempo che richiede l’avallo di ogni operazione. Nel caso della firma disgiunta un coniuge potrebbe ritirare somme eccessive, superiori a quanto egli stesso ha versato. Infatti in caso di divorzio, anche se sulla carta il deposito appartiene al 50% ai coniugi, ha maggior potere di riscatto del conto colui o colei che hanno versato più denaro.

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