Le industrie culturali possono essere fattore di cambiamento: nasce “EIT Culture & Creativity”

Il CNR ha pubblicato un nuovo comunicato stampa con cui informa della nascita della comunità pubblico–privata per le industrie culturali e Creative in Europa, ovvero il progetto EIT Culture & Creativity

eit creativity
EIT Creativity (foto Pexels)

Si tratta di una partnership che è stata presentata in occasione della Call europea dell’EIT ed è risultata vincente tra le cinque proposte pervenute all’ente europeo. Tra i punti di forza del progetto in cui il Consiglio Nazionale delle Ricerche è capofila in particolare con l’Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale nei programmi di questa nuova community per l’innovazione, c’è il principio che nelle industrie culturali e creative si nasconda il potenziale per attivare e velocizzare il cambiamento verso un Europa più verde, digitale e socialmente inclusiva.

Il riconoscimento del ruolo delle industrie del settore creativo come motore di un possibile cambiamento per il meglio è sicuramente un passo avanti. Soprattutto perché nelle industrie della cultura rientrano anche molte di quelle attività che vengono percepite come intrattenimento ma che rappresentano, come ricorda per esempio il comunicato stampa, il 5,5% del PIL totale nell’UE e occupano il 6,2% della forza lavoro totale in Europa. Si tratta di un vero e proprio piccolo universo composto per l’80% da piccole e microimprese che tutte insieme possono però creare una grande spinta.

Il progetto di cui fa parte il CNR è un progetto che verrà sostenuto con oltre 150 milioni di euro nel corso di un totale di 14 anni per poter poi diventare finanziariamente autosufficiente. Il consorzio EIT Culture & Creativity è guidato dai tedeschi e le realtà italiane che ne fanno parte sono, oltre al Consiglio Nazionale delle Ricerche: Università di Bologna attraverso ‘Una Europa’, ART-ER, Fondazione Cariplo e Fondazione Fitzcarraldo.

Il ruolo del CNR–Ispc è quello di fungere da hub per gli altri istituti dell’Ente “che contribuiranno all’iniziativa con diverse specializzazioni e competenze: l’Istituto di ricerca sull’innovazione e i servizi per lo sviluppo (Iriss), l’Istituto per lo studio dei materiali nanostrutturati (Ismn), l’Istituto di scienze e tecnologie cognitive (Istc), l’Istituto di scienze e tecnologie dell’informazione ‘Alessandro Faedo’ (Isti) e l’Istituto per le tecnologie didattiche (Itd)“. Si tratta di un progetto importante anche per diffondere il valore di ciò che all’interno dei nostri istituti di studio e ricerca viene realizzato.

Come ricorda la presidente del CNR Maria Chiara Carrozza, “Il Cnr metterà a disposizione le proprie infrastrutture di ricerca nei settori dell’innovazione sociale e culturale, come E-RIHS, l’infrastruttura di ricerca europea per le scienze del patrimonio, e DARIAH ERIC, l’infrastruttura di ricerca digitale per le arti e le scienze umane, considerate punti di riferimento a livello internazionale per la gestione integrata di conoscenze, metodologie di ricerca e applicazione delle tecnologie più innovative“.

Questa parnership è indubbiamente un riconoscimento del valore del lavoro del CNR ed è inoltre un nuovo spunto di riflessione per cambiare l’approccio, nazionale ed europeo, alle industrie della cultura che, con il loro patrimonio trasversale di conoscenze tecniche e non, possono favorire lo sviluppo di una mentalità più aperta e creativa i cui frutti possiamo solo immaginare.

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