La Bulgaria dice basta all’allevamento dei visoni

Una parziale vittoria raccontata da Fur free Alliance e riguarda il governo bulgaro che attraverso il suo ministro dell’Ambiente Borislav Sandov ha ufficialmente dichiarato di aver messo al bando l’importazione e la riproduzione del visone americano

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Basta allevamenti di visoni di Bulgaria (foto Unsplash)

La motivazione principale di questo bando è la difesa della biodiversità locale messa a repentaglio dai visoni che puntualmente riescono a fuggire dagli allevamenti. Come riporta il sito dell’associazione ambientalista, i danni causati dal visone americano importato per gli allevamenti bulgari sono diventati “un problema significativo in Bulgaria”.

Sempre nello stesso documento dell’associazione si legge anche che il problema del visone americano che è stato introdotto per gli allevamenti e che invece si è poi diffuso anche nell’ambiente naturale è un pericolo in ben 20 Paesi europei in cui il visone autoctono rischia di scomparire. Soddisfazione è stata espressa dalla organizzazione per i diritti degli animali bulgara CAAI.

Petya Altimirska, direttore dell’associazione dichiara infatti “Ringraziamo il ministro Sandov per la decisione molto importante e molto utile per la natura della Bulgaria. Si tratta di una decisione basata su dati di esperti scientifici che riguardano i danni causati dall’allevamento del visone americano. Allo stesso tempo è una soluzione che eviterà danni significativi alla fauna selvatica nativa e porrà termine alle sofferenze di milioni di visoni americani che sono allevati per la loro pelliccia in condizioni crudeli!

Si tratta quindi di una nuova piccola vittoria per le associazioni ambientaliste e porta a 20 il totale dei Paesi in Europa che hanno introdotto norme che limitano o pongono fine alla barbarica pratica dell’allevamento degli animali da pelliccia. C’è comunque ancora da fare dato che la norma introdotta in Bulgaria chiude solo gli allevamenti di visoni lasciando altri animali da pelliccia chiusi in gabbia, con prospettive di vita che vanno dalla morte precoce a quella per essere successivamente scuoiati.

Ed è questo ciò che si augura anche Joh Vinding, direttore di Fur Free Alliance, che dichiara a tal proposito: “La fine della produzione di pelliccia di visone è una vittoria per il benessere animale così come per la biodiversità locale. Speriamo che il Governo bulgaro prenda realmente in considerazione di estendere questa legge per assicurare che tutta la produzione di pelliccia venga eliminata dal Paese“.

Tra i Paesi che hanno effettivamente bandito la produzione di pellicce i primi sono stati Regno Unito e Austria rispettivamente nell’anno 2000 e nel 2005. Nel 2012 i Paesi Bassi hanno promulgato una legge che avrebbe chiuso gli allevamenti di visone entro il 2024 ma a causa anche della pandemia da coronavirus che ha colpito i visoni olandesi tutta l’industria della produzione di pelliccia nel Paese è stata chiusa nel 2020.

In Croazia il bando è arrivato effettivamente nel 2018 dopo un periodo di 10 anni per riconvertire l’industria del settore. In Slovenia non ci sono più allevamenti di animali da pelliccia dal 2013. Tra le ultime aggiunte ci sono anche Italia, Francia ed Estonia. Il nostro Paese ha annunciato a dicembre dell’anno scorso che entro quest’anno verranno chiuse tutte queste fabbriche dell’orrore. I francesi hanno decretato la chiusura degli allevamenti di animali da pelliccia a novembre dell’anno scorso mentre l’Estonia si prepara a chiudere tutto nel 2026.

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