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Dichiarazione dei redditi: sanzioni per chi commette questi errori

Coloro che nella dichiarazione dei redditi inseriscono un dato falso di questa voce rischia dalla sanzioni alla reclusione. Di cosa si tratta

ISEE (Foto Adobe)

La maratona della dichiarazione dei redditi è iniziata. In questi ultimi giorni l’Agenzia delle Entrate ha messo a disposizione sul suo portale il modello precompilato 730 che il contribuente può trovare accedendo al proprio profilo. In ogni caso le famiglie sono già impegnate nella raccolta di tutta la documentazione che occorre per ottenere i dovuti benefici e sconti previsti dalla normativa.

Scontrini, ricevute, fatture, pagamento; tutto occorrerà per ricevere i consueti sconti grazie alle spese in detrazione. A mettere ordine a questo caos cartaceo potrebbe pensarci un commercialista o un CAF ma è il dichiarante a dover fare attenzione nel fornire correttamente e responsabilmente i dati che produrranno le agevolazioni o un buon taglio delle tasse. Tra questi dati, è inclusa la condizione reddituale.

Dichiarazione dei redditi: a cosa si incorre dichiarando un ISEE falso?

Modello 730 (Foto Adobe)

La comunicazione della situazione economica inerente al proprio reddito, la cosiddetta valutazione ISEE, è finalizzata a corrispondere i benefici e gli importi più alti ai soggetti che ne hanno realmente bisogno. Vediamo come diversi contributi economici si basano sull’ISEE: ad esempio, l’Assegno Unico ai figli erogato in diversa misura alle famiglie a seconda dello scaglione di reddito.

Più è alto l’ISEE e più si restringe la gamma di servizi e prestazioni destinati ai nuclei familiari, agevolazioni comprese. La richiesta del proprio valore reddituale ISEE avviene compilando la Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU). Indicando i criteri in possesso per determinare il reddito, qualcuno prova ad abbassare l’ISEE proprio per ricevere il maggior numero di agevolazioni possibile.

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Tali omissioni si possono chiamare errori finché vi sia l’intenzione di correggerli. Dichiarando un ISEE più basso della soglia legale, si rischia una sanzione fino a 25.882 euro. Se nella dichiarazione DSU sono presenti questi errori, l’INPS invia una comunicazione al contribuente invitandolo a rettificare i dati o ad inserirli in caso di omissis. Per i dati mancanti, si compila una nuova DSU oppure si invia il modello integrativo FC3.

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In mancanza di questi atti, le sanzioni pecuniarie partono dai 5.164 euro. Nel caso in cui l’agevolazione goduta supera i 3.999,96 euro, si sfocia nelle sanzioni penali, rischiando anche la reclusione da 6 a 3 mesi. Anche i bonus connessi al valore ISEE fallace subiranno la sospensione e l’Agenzia delle Entrate disporrà il recupero delle somme indebitamente godute.

Pubblicato da
Roberto Alciati