Un progetto a Varese lotta contro la povertà educativa attraverso i laboratori artistici e sportivi

Il progetto si chiama Re-Start ed è iniziato a ottobre 2020 A Varese grazie al lavoro di una cooperativa: Naturart. lo spunto è quello di incontrare i ragazzi e gli adolescenti in quello che è il loro vero luogo di ritrovo, ovvero la strada

Progetto Re-Start a Varese (foto Pexels)

Il progetto Re-Start, raccontato anche dai colleghi di Altreconomia, ha lo scopo fondamentale di contrastare la dispersione scolastica e la povertà educativa. Così lo descrive Andrea Maldera, educatore della cooperativa Naturart di Gallarate: “Da ottobre 2020, grazie al progetto ‘Re-Start’ abbiamo ripreso a incontrare gli adolescenti nei loro luoghi di ritrovo informale: l’obiettivo è quello di raggiungerne oltre cinquemila nel corso dei tre anni del progetto e costruire una relazione forte con almeno un migliaio di loro contattandoli regolarmente per monitorare i loro percorsi“. Si tratta di laboratori diffusi con cui i ragazzi che magari non sentono di andare bene a scuola nelle materie canoniche possono invece scoprire di avere talenti inespressi in campo artistico o sportivo “e questo permette di attivare un sistema di protezione molto forte rispetto alla marginalità e alla devianza“, prosegue ancora Maldera.

Perché è chiaro che i ragazzi che in un certo senso si sentono abbandonati dalla scuola più facilmente rischiano di sentirsi marginalizzati dalla società e diventano un potenziale inespresso e perduto sia per loro stessi sia per la società che di loro lentamente potrebbe finire col dimenticarsi. Accanto alle attività dei laboratori che come spiega lo stesso Maldera coprono moltissime attività artistiche per esempio il fumetto oppure il teatro, ci sono poi dei percorsi diversi: tirocini, volontariato, servizio civile fino all’inserimento in percorsi lavorativi. Le attività del progetto Re-Start mirano fondamentalmente a creare luoghi di aggregazione in più rispetto ai classici luoghi che però troppo spesso i ragazzi non sentono come vicini.

Le attività del progetto di Varese erano cominciate prima della pandemia e i contatti con i ragazzi sono stati sicuramente un modo per rendersi conto di quale è stato l’impatto del covid su queste tipologie di ragazzi già avviati purtroppo verso i margini della società. Maldera elenca in particolare due sentimenti che sono emersi dai rapporti che sono stati tenuti con moltissimi di questi ragazzi: frustrazione e difficoltà nel gestire e comprendere le emozioni.

Leggi anche: Energie rinnovabili, il ritardo italiano allontana l’indipendenza delle fonti

Leggi anche: ISDE al fianco dei lavoratori e delle lavoratrici di GKN

Due sentimenti che gli adolescenti anche in tempi di pre-pandemia faticavano a gestire bene. Per provare a creare situazioni di dialogo, un altro momento creato dal progetto Re-Start si è svolto a febbraio: sono stati organizzati alcuni incontri sia individuali sia di gruppo con l’aiuto di alcuni consulenti per ricostruire in particolare il rapporto dei figli con i padri e dei padri con i figli.

Il percorso per i ragazzi del progetto Re-Start di Varese può sicuramente aiutare moltissimi adolescenti ad attraversare questo periodo tumultuoso in cui spesso il malessere si trasforma in rabbia e, senza gli opportuni strumenti offerti dalla società e dalla famiglia, può sfociare, come conclude Maldera in “energia distruttiva“. I risultati del progetto Re-Start di Varese, da parte nostra, speriamo possano essere un esempio anche per attuare percorsi simili in altre realtà locali dato che il malessere registrato dagli adolescenti è purtroppo un fenomeno che coinvolge tutto il nostro Paese.

Impostazioni privacy