Caro bollette, l’appello al Governo dalle imprese del riciclo della plastica

Un nuovo appello affinché si passi dall’emergenza alle misure strutturali contro il caro bollette è arrivato anche da Assorimap, l’Associazione nazionale riciclatori e rigeneratori materie plastiche

Caro bollette (foto: Unsplash)

Assorimap ha pubblicato un nuovo comunicato stampa sul proprio sito ufficiale con il quale si chiede al Governo misure ufficiali che vadano oltre gli interventi stabiliti, che al momento servono solo a rincorrere l’emergenza e che rischiano quindi anche di affossare l’economia circolare.

Vengono riportati a titolo di esempio i costi di una impresa attiva nel riciclo della plastica. A dicembre 2021 rispetto allo stesso mese del 2020 si è registrato un +345% di spesa solo per la componente energia e un più 395% rispetto al 2019. Tradotto in numeri, se le bollette medie di una ditta che si occupa di riciclo della plastica prima erano intorno ai 150mila euro al mese, adesso si arriva anche a 540mila euro di spesa mensile solo per l’energia.

Da questi pochi numeri è evidente quindi che occorre trovare il modo di abbattere i costi della materia energetica dovuti, come ripetiamo ormai da tempo purtroppo, ad azioni sul mercato del gas; gas che viene utilizzato in maniera massiccia per produrre energia elettrica nel nostro Paese. Per Assorimap c’è quindi bisogno “di azioni decise e strutturali, come sta avvenendo in altri Paesi europei: la Francia, per esempio, ha assicurato un contenimento del caro bollette entro il 4%“.

Il paradosso, sottolineato anche dal comunicato stampa dell’associazione di chi si occupa del riciclo della plastica, è che sia proprio l’economia circolare a subire una pesante battuta d’arresto nonostante “economia circolare e transizione ecologica vengono collocate costantemente in cima all’agenda politica“.

Non possiamo permetterci di perdere le aziende che si occupano di riciclo della plastica, che con il loro lavoro riescono a far risparmiare quasi 2 tonnellate di petrolio e 3000 kWh di energia elettrica con una riduzione anche delle emissioni di CO2 pari a 1,4 tonnellate di petrolio.

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Le richieste di Assorimap sono simili a quanto riportato dall’Associazione delle imprese recupero e riciclo dei maceri dato che, ed è ovvio, anche le aziende che si occupano di questo tipo di riciclo stanno vedendo lievitare i costi dell’energia. Il rischio, questo generalizzato, è che le imprese debbano essere costrette a chiudere come per esempio rischiano di fare, in tutt’altro campo ma con gli stessi problemi, le famose vetrerie di Murano.

Con il caro bollette quindi tutti, cittadini e imprese, rischiamo di fare i conti con una situazione insostenibile e che potrebbe portare a un tracollo del sistema economico nazionale. La soluzione, o almeno parte della soluzione, non può prescindere da una revisione globale del modo in cui il nostro Paese produce e consuma energia puntando, come da più parti si chiede, a una transizione ecologica che metta al centro le energie rinnovabili e smetta di inseguire chimere costose e che potrebbero trasformarsi in pericolose bolle speculative a favore di pochi.

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