Altreconomia, i respingimenti illegali di migranti alle frontiere UE sono una “normalità”

Un report del Prab getta luce sui trattamenti irregolari dei migranti ad opera di Stati UE come Bosnia ed Erzegovina e Italia

migranti filo spinato
pixabay

Parla di “feroce normalità” l’articolo di Luca Rondi pubblicato su Altreconomia, a sottolineare come anche le pratiche più abominevoli se reiterate nel tempo, e con un tacito consenso pubblico, possano diventare “normali”.

Le statistiche provengono dal PRAB, il progettoProtecting Rights at the Border”. È un’iniziativa che coinvolge diversi paesi e associazioni per il monitoraggio delle violazioni dei diritti alle frontiere interne ed esterne dell’Unione Europea. Le frontiere, in quanto luoghi di transito che consentono il passaggio non solo da un Paese ad un altro ma anche da una condizione legislativa e sociale ad un’altra, sono luoghi caldi, dove a più riprese sono stati attuati respingimenti illegali, ovvero che contraddicono gli accordi europei sull’accoglienza.

Il report del Prab di metà dicembre 2021 si focalizza in particolare sui confini della Bosnia ed Erzegovina, ma non risparmia neanche l’Italia. “Stanno diventando accettabili e in una certa misura queste pratiche ricevono approvazione da parti degli Stati membri dell’Unione europea”, si legge nel documento del Prab. Nella Bosnia ed Erzegovina tra gennaio e novembre 2021 il 74% delle persone in transito è stata respinta.

Le rotte balcaniche sono cruciali per gli spostamenti migratori, in quanto sono un punto di passaggio per approdare in Romania ed Ungheria, e quindi negli stati dell’UE, che sulla carta dovrebbe garantire asilo ai richiedenti. Ma la prassi è diversa, ed le testimonianze raccolte dal Prab raccontano che “una volta identificati dalla polizia, gli intervistati riferiscono molto spesso di essere stati picchiati, minacciati, di essersi visti negare l’accesso all’asilo e di essere stati espulsi verso la Serbia”.

Leggi anche: MSF lancia un appello: “Sospendere ora i monopoli sui brevetti per i vaccini contro il Covid-19”

Leggi anche: “Il buisness dello stato d’emergenza apre una porta agli interessi illeciti”, un editoriale di Osservatorio Repressione

Dal report emerge che anche chi tenta di fuggire dall’Afghanistan, nonostante le promesse internazionali di asilo, trova una strada irta di ostacoli. “Indipendentemente dal fatto che le persone provenienti dall’Afghanistan siano entrate nei Paesi dell’Unione europea irregolarmente, l’accesso alle procedure di asilo individuale e alla protezione deve essere garantito“.

Ed anche l’Italia viene citata nel report, su vari fronti. Per quanto riguarda Ventimiglia sono state segnalate forti carenze dell’assistenza di base, che dovrebbe garantire la salute fisica e mentale dei migranti, specialmente a vantaggio dei soggetti più vulnerabili come donne e minori. Sul fronte italo-francese settentrionale, numerose persone per lo più provenienti da Afghanistan, Iran e Pakistan denunciano casi di maltrattamenti da parte delle forze dell’ordine francesi e episodi di detenzione arbitraria.

Tutto questo come può essere considerato “accettabile”? L’atteggiamento più comune è di voltarsi dall’altra parte e tenere la questione lontana dagli occhi, per non dover correre il rischio di essere costretti a prendere posizione. Soprattutto ora che l’emergenza sanitaria sta monopolizzando l’attenzione, e la paura dell’altro diventa sempre più forte. Ma per fortuna esiste chi, come il Prab, ricorda alla collettività cosa succede nella quotidianità di altre persone, e cosa rischia di divenire una “normale” prassi.

“L’esistenza di casi, non più rari, in cui persone con uno status legale come gli interpreti o altri vengono respinte riflette ulteriormente la normalizzazione dei respingimenti come strumento di gestione delle frontiere. Mentre queste pratiche devono semplicemente smettere di esistere, l’installazione di un efficace e indipendente meccanismo di monitoraggio, che non sia una foglia di fico, può essere uno strumento per ritenere i colpevoli responsabili e garantire accesso alla giustizia alle vittime”. (Report Prab 2021)

Impostazioni privacy