Fisco, pagamento in contanti? Meglio di no in questi tre casi casi

Anche in Italia la moneta elettronica sta prendendo sempre più piede a discapito del contante. Ecco quando bisogna pagare con la carta

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Pagamento con carta (©Getty Images)

Gli italiani si stanno abituando sempre di più ad usare la moneta elettronica a discapito dei contanti. L’uso dei contanti sembra essere infatti quasi del tutto superato.

Ad incentivare l’uso della moneta elettronica anche il governo tramite incentivi e misure con quello del Cashback voluto dal governo Conte e attualmente sospeso, che prevedeva un rimborso ogni transazione elettronica effettuata.

Se da una parte gli italiani continuano ad usare il contante per delle piccole spese, come ad esempio la colazione al bar, è preferibile usare la moneta elettronica quando bisogna rendere tracciabili le operazioni finanziarie.

Carta di credito o contanti? Ecco quando è meglio pagare con la moneta elettronica

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Pagamento con carta (©Getty Images)

L’uso della moneta elettronica ha come fine principale la lotta all’evasione fiscale. In specifiche situazioni è quindi opportuno fare versamenti con bancomat, carte di credito o bonifici, per evitare possibili interventi del Fisco, che potrebbe riscontrare delle irregolarità nei trasferimenti di denaro.

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Sono tre i pagamenti a cui bisogna fare particolarmente attenzione: le spese detraibili, il pagamento di alcuni bonus e il canone d’affitto o le spese di condominio. Vediamo perché questi pagamenti andrebbero fatti tutti con la moneta elettronica.

Per quanto riguarda le spese detraibili al 19% ai fini Irpef, secondo la legge, infatti, questa operazione deve essere tracciabile, ad eccezione dei versamenti effettuati per le spese in farmacia e quelle sanitarie. La stessa cosa vale per il pagamento di alcuni bonus, come quello relativo alle ristrutturazioni edilizie. In quel caso pagare in contanti potrebbe far perdere il diritto alla detrazione.

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Infine il terzo pagamento da effettuare con carta di credito riguarda il canone d’affitto e le spese di condominio, per le quali non si può superare la soglia di 1.999,99 euro in contanti. Non rispettare questa regola potrebbe avere delle conseguenze pesanti, con sanzioni rilevanti per i trasgressori.

A partire dal mese di gennaio 2022, il tetto delle spese in contanti, attualmente fissato a 1.999,99 euro, dovrebbe poi essere ulteriormente abbassato. 

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