Il lato oscuro dei social media in un nuovo studio scientifico

Gli effetti negativi dei social media si riverberano su di noi con ansia e stress ma non solo

social dipendenza
Foto Visual Unsplash

Se avete mai provato una vaga sensazione di ansia aprendo o scorrendo il feed di Facebook o di Instagram sappiate che è ora scientificamente provato che l’uso dei social media può generare ansia nonché tutta un’ampia gamma di disturbi.

La dimostrazione viene dalla University of Technology di Sydney che ha messo insieme oltre 50 articoli pubblicati tra il 2003 e il 2018 con tema proprio l’utilizzo dei social media e gli effetti negativi a essi collegati. La scoperta è che è possibile quantificare questi effetti: sono circa 50. Per l’esattezza 46.

I social media riescono molto spesso a tirare fuori il peggio delle persone e forse  è proprio per questo che fin dagli albori di MySpace, diffusosi a inizio anni 2000, sono iniziati gli studi per comprendere come l’utilizzo dei social media potesse avere una qualche influenza sul comportamento umano anche nella vita reale.

In 15 anni di ricerche, questa è la conclusione cui sono arrivati gli australiani della University of Technology, abbiamo avuto la conferma che più di altre tecnologie i social media rischiano di dare vita a nuove forme di patologie e ad acuire quelle già presenti negli utenti.

Ma se pensate che il problema principale sia che per guardare il cellulare rimaniamo con la testa piegata e rischiamo problemi alla cervicale vi sbagliate di grosso. L’utilizzo malsano dei social media genera innanzitutto una forma di ansia persistente, depressione, pensieri suicidi, gelosia e una maggiore propensione ad assumersi rischi finanziari, che tradotto significa che si rischia di sviluppare una dipendenza da gioco d’azzardo.

Aprire un social media genera purtroppo una piccola scarica di endorfine che per un numero crescente di persone si trasforma in una droga a buon mercato che paghiamo più che in soldi in tempo e in informazioni: si continua a cercare e a cercare finchè non si arriva oltre il proprio limite umano.

Questa la dichiarazione del dottor Elia Erfani, Deputy Head of the UTS School of Information, Systems and Modelling: “I danni da social media sono stati studiati maggiormente da un punto di vista delle psicopatologie. Ma hanno ricevuto meno attenzione dai ricercatori che si occupano di sistemi di informazione. I sistemi di informazione guardano all’impatto delle tecnologie sulle persone e le organizzazioni per poter meglio andare incontro ai loro bisogni. Identificare e comprendere come ridurre gli effetti negativi dell’utilizzo dei social media fa parte di questa sfida“.

Il team di studio ha organizzato gli effetti negativi in sei gruppi tematici:

  • Costo dello scambio sui social, con danni del tipo depressione, ansia, gelosia ma anche costi in termini di tempo perso, soldi spesi ed energia buttata.
  • Contenuti fastidiosi, che comprende tutti quei contenuti che in qualche modo infastidiscono, offendono o irritano come per esempio i contenuti osceni o violenti
  • Dubbi sulla privacy, ovvero qualunque forma di minaccia alla propria privacy generata dal memorizzare, riutilizzare o diffondere informazioni personali con terze parti
  • Minacce alla sicurezza, ci si riferisce qui ai danni derivanti da attività illegali come il phishing o al catfishing cioè al fingere di essere qualcuno che non si è
  • Cyberbullismo, comprendendo ogni di forma di abuso portato avanti da gruppi o individui comprese minacce, bugie, stalking o diffusione di informazioni non confermate
  • Basse performance, si riferisce all’impatto negativo nel campo del lavoro o dello studio.

Al momento, dopo aver raccolto tutti i dati, il team si sta concentrando sull’analizzare i fattori che influenzano lo sviluppo di una dipendenza da social media e sulle strategie che le persone mettono in campo proprio per autoregolarsi. La fase successiva sarà quella di sviluppare e testare applicazioni oppure caratteristiche nel design delle app che posano ridurre il numero e la portata degli effetti negativi riscontrati.

Leggi anche: Bonus e detrazioni, l’allarme dei Caf: “Sono troppi”

Leggi anche: Banco Posta, puoi scegliere il tuo PIN: ecco come

Guardando a tutto ciò che di male può venire da un utilizzo smodato dei social media un consiglio è quello di non credere completamente a ciò che viene pubblicato sui social se non passa per canali ufficiali di informazione e di cercare di ripetersi sempre che “il mondo dei social media non è il mondo reale e non dobbiamo lasciarci schiacciare da esso”.

Se sentiamo ansia quando apriamo Facebook o Twitter o Instagram o qualunque altro Social, quella campanella d’allarme deve farci mettere in pausa e lasciarci disintossicare dall’overload di informazioni spesso inutili che ci investe.

Qui il link alla notizia sul sito ufficiale dell’UTS

Impostazioni privacy