Tari 2021, tutte le scadenze e le esenzioni

La Tari, la tassa sui rifiuti, torna anche nel 2021. Ecco quando scadono le rate e chi può essere esentato

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Anche quest’anno per moltissimi contribuenti italiani tornano le rate della Tari, la tassa sui rifiuti. Ogni Comune e ente locale può decidere molti aspetti della Tari in totale autonomia anche se esistono dei capisaldi.

Uno fra tutti il fatto che sia possibile pagare in almeno due rate con scadenza semestrale di cui una con scadenza oltre il 30 novembre. La prima rata della Tari ha scadenza solitamente fissata verso la fine dell’estate, anche se occorre controllare con il proprio Comune se sono state indicate proroghe a causa dell’emergenza covid. Esistono poi alcuni soggetti che sono esentati dal pagamento della Tari e alcune tipologie di immobili per i quali non è dovuta questa tassa.

Tari 2021: scadenze, esenzioni ed eccezioni

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Chiarito che le scadenze per il pagamento delle due, o più in alcuni casi, rate della Tari variano da Comune a Comune e che nel caso in cui non abbiate ricevuto la modulistica vi conviene recarvi presso il vostro municipio di riferimento, vediamo ora per quali categorie di utenti è obbligatorio il pagamento della Tari.

La Tari deve essere pagata da chi utilizza l’immobile o qualunque tipo di locale o area che possa produrre rifiuti. Per esempio, quindi, nel caso di affitto la Tari spetta al proprietario dell’immobile affittato solo se il periodo di affitto non supera i 6 mesi. In caso contrario a pagare devono essere gli affittuari.

Un’altra questione molto spesso dibattuta tra gli utenti e gli enti locali è se gli immobili disabitati debbano essere sottoposti alla Tari. In questo caso specifico la Cassazione ha più volte ribadito che l’unico modo per cui un immobile non possa essere sottoposto al pagamento della Tari è se non è utilizzabile, cioè se non ci sono arredi interni e non ci sono attive le utenze domestiche.

Esistono comunque alcune tipologie di utenti che possono chiedere una riduzione. Esistono riduzioni obbligatorie, per esempio nel caso in cui non venga erogato il servizio di gestione dei rifiuti per motivi sindacali o imprevedibili con riconoscimento da parte dell’autorità sanitaria di un danno alla collettività. Per questi casi la Tari è dovuta soltanto al 20%.

Se l’immobile sottoposto a Tarì si trova in una zona in cui non viene effettuata la raccolta invece la tassa è dovuta soltanto al 40%. Ci sono poi alcune riduzioni che possono essere applicate da parte dei Comuni stessi ai propri utenti che rientrino in tipologie specifiche, per esempio abitazioni con un occupante solo, abitazioni o in generale immobili utilizzati solo per brevi periodi di tempo durante l’anno, fabbricati rurali utilizzati come abitazione e quei casi in cui vengano avviati processi di compostaggio atti a ridurre la quantità di rifiuti prodotta.

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Per calcolare la Tari occorre ricordare che esistono la quota fissa e la quota variabile. La quota fissa va in base ai metri quadri moltiplicati per il numero degli occupanti. La quota variabile è invece decisa dal Comune con delibera.

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