I residui di farmaci nelle acque possono distruggere l’ecosistema fluviale

La triste realtà della presenza di residui di farmaci nelle acque di fiumi e laghi si lega ora a un concreto pericolo per tutti gli ecosistemi fluviali

Residui di farmaci in acqua possono distruggere l'ecosistema fluviale
Pixabay

I risultati allarmanti vengono da una serie di test condotti da un gruppo misto di ricercatori appartenenti a diversi istituti americani: Università della Florida, Monash University e Cary Institute of Ecosystem Studies di Millbrook di New York. E se lo studio si è concentrato sui gamberetti, le conseguenze sono facilmente espandibili a tutti i livelli, compreso quello antropico.

Ma come arrivano i residui di farmaci nelle acque pulite? Si tratta di una serie di errori nella gestione delle acque reflue. Fogne non trattate adeguatamente, tracimazione dovuta alle piogge forti e alla scarsa pulizia delle condutture, perdite di liquido dalle fosse biologiche, smaltimento non corretto dei rifiuti.

E tutto questo genera una forma di inquinamento che se non sembra avere un impatto diretto sulla vita di fiumi e mari è in realtà pericoloso in modo più subdolo.

Lo studio americano ha voluto vedere cosa succede se si fanno vivere i gamberetti di fiume, elementi base dell’ecosistema fluviale medio, in un’acqua contaminata. E i risultati sono raccapriccianti.

I gamberetti infatti si nutrono di invertebrati, aiutano le alghe nella loro crescita e sono a loro volta cibo di altre creature. Un’influenza sulla loro vita toglierebbe un mattone base all’ecosistema. Lo studio ha ricreato l’ambiente naturale dei gamberetti e ha aggiunto all’acqua di alcune vasche un farmaco, il citalopram, un antidepressivo. I gamberetti cresciuti nell’acqua e antidepressivo sono risultati più aggressivi nei confronti dei simili e meno propensi alla socialità. Hanno mostrato anche una fame maggiore e un interesse spiccato per il cibo.

Questo cambiamento può, su vasta scala, portare a problemi riproduttivi per i gamberetti e a squilibri nella popolazione. Ma anche la maggior fame sarebbe un problema: più fame significa più deiezioni e meno ossigeno in acqua. Tutto questo rischia di modificare l’ambiente fluviale in modi che le specie animali e vegetali potrebbero non riuscire ad assorbire e ammortizzare.

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