Aumenta l’abbandono scolastico nei paesi più poveri del mondo, Unicef e Unesco lanciano l’allarme

L’Unicef ed Unesco hanno steso un rapporto sul settore istruzione durante la pandemia. I paesi a basso reddito sono indietro

scuola covid
(pixabay)

Il virus da Covid 19 è una minaccia per la salute del singolo quanto per la comunità mondiale intera. Gli effetti dannosi sul corpo umano si sono riflessi in tutte le istituzioni della società, necessitando un riassestamento generale delle consuetudini quotidiane e delle politiche governative.

L’impatto che la pandemia ha avuto nei diversi paesi è differente. Gli stati ad alto reddito sono riusciti a contenere maggiormente gli effetti dannosi, implementando piani vaccinali e mezzi surrogati per portare avanti le attività della nazione. Nei paesi a basso reddito spesso non è stato possibile. Come emerge da un monitoraggio Unicef-Unesco, il settore dell’istruzione nei paesi meno abbienti ha subito una battuta d’arresto. Non solo il digital divide, ma anche le assenti misure governative, hanno portato ad un incremento dell’abbandono scolastico, in particolare nel genere femminile.

Un comunicato stampa Unicef del 13 luglio 2021 restituisce i dati del settore istruzione post-Covid. Meno di un terzo degli studenti dei paesi a medio e basso reddito sono tornati a scuola in presenza, ed il conseguente abbandono scolastico riporta delle cifre allarmanti.

Robert Jenkins, Responsabile per l’Istruzione dell’UNICEF: “L’apprendimento da remoto è stato un’ancora di salvezza per molti bambini nel mondo durante la chiusura delle scuole. Ma per i più vulnerabili, è stato impossibile. È urgente riportare ogni bambino a scuola adesso”.

Gli alunni dei paesi ad alto reddito hanno beneficiato di misure ad hoc per mantenere una continuità scolastica. E’ riportato che il numero medio di giorni di chiusura per gli stati più abbienti è stato 79, mentre nei paesi a basso reddito 115. Gli studenti dei paesi meno ricchi non hanno potuto contare su politiche di incoraggiamento alla ripresa degli studi. Secondo il monitoraggio, in oltre la metà dei paesi non è stata introdotta alcuna misura di sostegno o di riassesto del sistema scolastico. E la maggioranza sono stati a basso reddito.

Il monitoraggio ed il controllo dell’attività scolastica è il primo passo per garantire un equo accesso all’istruzione al livello mondiale. E’ necessario allo stesso tempo livellare i fondi impiegati nei differenti paesi.

I programmi di recupero sono fondamentali per aiutare i bambini che hanno perso la scuola a rimettersi in pari e ridurre le perdite di apprendimento a lungo termine. Questo richiede uno sforzo urgente di misurare i livelli di apprendimento degli studenti oggi e raccogliere dati di buona qualità per indirizzare le attività in classe“, Jaime Saavedra, Direttore globale per l’Istruzione della Banca Mondiale.

Migliorare la qualità dell’istruzione e redistribuire le risorse al livello mondiale dovrebbe essere una priorità delle politiche internazionali. Sempre più si sta sottraendo valore all’istruzione, a vantaggio della produttività. Incrementare le chance per i giovani dei paesi a basso reddito potrebbe dimostrare che la uguaglianza non è solamente un lusso, ma un diritto.

Leggi anche: 1,5 milioni di posti a rischio, il futuro del mercato del lavoro nel nuovo rapporto del Centro Einaudi

Leggi anche: La tecnologia sta contribuendo ad aumentare il divario di genere

A questo link il comunicato Unicef

Impostazioni privacy