Raddoppia l’utilizzo di antibiotici negli allevamenti suini, la scoperta di alcuni giornalisti inglesi

I giornalisti del consorzio investigativo Bureau of Investigative Journalism hanno scoperto l’uso smodato di antibiotici negli allevamenti suini

maiali
(pixabay)

La contaminazione di infezioni patogene da animale a uomo è un tema che negli ultimi decenni ha impiegato numerose autorità in attività di controllo. Ingerire alimenti di origine animale provenienti da allevamenti poco salubri, può essere dannoso per la salute dell’uomo.

L’ultimo scandalo ha coinvolto il Regno Unito. Tra il 2015 ed il 219, l’utilizzo di antibiotici negli allevamenti suini è raddoppiato. Le catene alimentari della GDO come Tesco e Waitrose hanno ammesso di vendere carne di maiale trattata con antibiotici, ma, secondo l’azienda, responsabilmente. La vicenda è emersa grazie ai giornalisti del consorzio investigativo Bureau of Investigative Journalism, che sono entrati in possesso di documenti riservati del settore carne. Le carte sono poi passate nelle mani del British Medical Journal, che ha confermato l’utilizzo di antibiotici oltre i limiti.

I farmaci in questione, usati per prevenire le infezioni nell’allevamento suino, sono gli amminoglicosidi, presenti nella farmaceutica umana in prodotti commerciali quali la gentamicina. L’OMS ha dichiarato che le molecole di amminoglicosidi dovrebbero essere utilizzate con scrupolosità. Un utilizzo oltre i limiti potrebbe portare l’organismo a sviluppare resistenza agli antibiotici, e quindi a facilitare l’incorrere in infezioni di varia natura.

Già nel 2018 l’Ema aveva dichiarato: “L’uso di aminoglicosidi nella medicina umana e veterinaria è associato all’aumento della prevalenza della resistenza, ad esempio per i ceppi d’infezione come E. coli resistenti, di Salmonella e di MRSA”. Dei test effettuati sulla carne suina nei supermercati ha rilevato la presenza di carne contaminata da E. Coli resistente alla gentamicina, di cui l’utilizzo smodato di amminoglicosidi negli allevamenti è responsabile.

I dati raccolti dal Bureau nelle singole fattorie sono preoccupanti. In un allevamento, per esempio, ai suini sono stati regolarmente somministrati amminoglicosidi, in media una volta al giorno, per quattro mesi. In un altro, a più di 2 mila animali è stata data acqua medicata con antibiotici tre volte per un mese.

E’ necessaria un’inversione di tendenza per tutelare la salute umana. Oltre all’aumento dei controlli, è necessario un incremento dell’allevamento responsabile, finalizzato a migliorare la qualità dei prodotti, anche a discapito della quantità.

Leggi anche: Peste suina, l’Efsa pone l’allerta sugli allevamenti all’aperto

Leggi anche: L’Ue intende revocare il divieto di utilizzo del mangime di origine animale negli allevamenti,…

A questo link la fonte dell’articolo

Impostazioni privacy