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Cartelle esattoriali sospese? Adesso è possibile cancellarle: i dettagli

La rottamazione delle cartelle tra il 2000 ed il 2010 prevista dal Decreto Sostegni è semplice. Basta un clic sul portale

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Il Decreto Sostegni di marzo 2021 ha ufficializzato la rottamazione delle cartelle esattoriali sospese nel periodo di tempo tra il 2000 ed il 2010.

I beneficiari del cosiddetto “condono” fiscale sono i contribuenti con cartelle inevase per un totale massimo di 5000 euro, che nel 2019 abbiano prodotto un reddito inferiore ai 30.000 euro.

Tutti gli altri sono esclusi dalla sanatoria. Forza Italia e la Lega avevano auspicato una platea d’interessati più ampia, che coprisse le pendenze fiscali fino a 10.000 euro.

La legge è stata approvata, ma come capita sovente, tra la teoria e la prassi i passaggi intermedi sono molti. Negli ultimi mesi gli sportelli dell’Agenzia delle Entrate sono stati subissati di lavoro, a maggior ragione in occasione delle norme anti assembramento.

L’Agenzia delle Entrate, per ovviare al problema, ha disposto un metodo automatico di cancellazione delle cartelle previste dal DL Sostegni, attraverso la propria piattaforma telematica.

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Come cancellare le cartelle esattoriali dal portale

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Come consuetudine negli ultimi anni, il primo passo da fare è accedere alla piattaforma online dell’Agenzia delle Entrate attraverso credenziali, Spid, carta d’identità elettronica o carta nazionale dei servizi.

A quel punto l’utente può entrare nella propria area personale, e selezionare l’apposita sezione “Riscossione”. Lì trova le cartelle inevase, e selezionando le pratiche relative al periodo 2000-2010, chiederne la cancellazione. Se i requisiti richiesti dal fisco sono adeguati, la rottamazione avviene automaticamente.

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E’ necessario possedere un indirizzo di posta elettronica, sul quale ricevere la documentazione. Sono escluse dalla sanatoria le somme dovute per il recupero di aiuti di Stato, i crediti derivanti da pronunce di condanna della Corte dei Conti e le multe o sanzioni derivanti da sentenze penali di condanna.

Pubblicato da
Giulia Borraccino