Conto Corrente, in aumento le spese: ecco come difendersi

Le banche stanno aumentando le spese sui Conto Corrente mentre iniziano a diminuire i servizi su questi ultimi

conto corrente
Foto Pixabay

Ancora brutte sorprese per i possessori di Conto Corrente: le banche stanno aumentando le spese per i clienti mentre diminuiscono i servizi.

Nel corso dell’anno appena trascorso le famiglie, complice il lockdown e la chiusura di numerose attività commerciali, hanno risparmiato di più e consumato di meno. Questo, aggiunto alla tendenza di mettere soldi da parte per paura della crisi, ha fatto salire la cifra dei risparmi sul contro corrente.

Le banche però hanno iniziato a mostrare evidenti segni di insofferenza a questi depositi che nel febbraio 2021 hanno raggiunto anche i 1.746 miliari di euro.

Leggi anche: Stellantis, dipendenti in cassa integrazione: il gruppo lascia l’Italia?

Conto Corrente, come difendersi dall’aumento

Conto corrente bloccato
Pixabay

Secondo le ultime indagini effettuate dalle associazioni di consumatori, i costi dei conti corrente sono arrivati a superare anche il 45% in più rispetto allo scorso anno e hanno interessato spesso anche conti che erano partiti come “a costo zero”.

Tra le opzioni per difendersi dall’aumento, la più efficace è sicuramente la possibilità di recedere dal contratto entro due mesi (60 giorni) dalla comunicazione scritta di proposta di modifica unilaterale.

In questo caso sarà direttamente il correntista a dover trovare entro tale termine le condizioni che ritiene più vantaggiose. Dopo aver confrontato le varie opzioni può trasferire il conto con piena funzionalità in un’altra banca senza costi aggiuntivi per il recesso.

Leggi anche: Controlli sulle operazioni Bancomat, attenzione agli eccessi

La cosa importante è ricordare di agire tempestivamente dalla data di ricezione della “proposta di modifica di contratto”. Se invece c’è il sospetto che la banca stia alzando in modo inappropriato le spese, o che non abbia opportunamente informato a norma di legge il cliente, ci si può rivolgere alle associazioni di consumatori, o fare ricorso all’arbitro bancario finanziario.

Impostazioni privacy