Coronavirus, l’allarme di Confcommercio: persi milioni di posti di lavoro

L’allarme lanciato da Confcommercio in merito alla perdita dei posti di lavoro e sui consumi nell’era Covid è preoccupante. Tutti i dati.

Perdita posti lavoro
Pixabay

L’allarme lanciato da Confcommercio sui dati inerenti al lavoro ed ai consumi in tempi di pandemia è davvero preoccupante. Perché fotografa in modo chiaro la situazione economica del nostro paese, con il commercio che rimane ingessato ed in forte perdita nonostante le prime riaperture in vista dell’estate.

E che fanno ben sperare, soprattutto se accompagnate da un calo dei contagi e delle vittime nei vari bollettini. Per quel che riguarda i posti di lavoro, Confcommercio comunica che si è registrato un calo dell’occupazione con un devastante -1,5 milioni di unità.

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Numeri che rispecchiano fedelmente l’andamento della situazione ad oltre un anno dall’arrivo della pandemia che ha esso in ginocchio interi comparti. Purtroppo dopo il primo lockdown tantissime attività commerciali non hanno avuto la forza per riprendersi, con le saracinesche che in molti casi sono rimaste abbassate.

Allarme Confcommercio, i dati sui consumi

Perdita posti lavoro
Camerieri con mascherina (Pixabay)

Per quel che riguarda invece i consumi, i numeri appaiono ancora più preoccupanti, con l’allarme lanciato da Confcommercio mette in guardia come per l’occupazione. Infatti se ci sono stati alcuni settori come quelli alimentari che non hanno subito gravi danni dalla pandemia, lo stesso non si può dire per gli altri.

Il crollo dei consumi in quest’anno e mezzo è arrivato a far registrare un crollo di 130 miliardi di spesa persa, con quattro settori maggiormente penalizzati rispetto agli altri. Parliamo di quelli dell’abbigliamento e delle calzature. Ma anche di quelli degli spettacoli e degli alberghi.

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La speranza resta quella delle riaperture in vista dell’arrivo dell’estate. Con un possibile slancio sia nei consumi nel settore turistico che in quello del lavoro. Tutto dipenderà dalla campagna vaccinale e dalla diminuzione sperata sia dell’indice di contagio che dei numeri relativi ai decessi. Solo con una forte spinta in questi mesi si potrà parlare di economia rimessa in moto, con il settore turistico che potrebbe fare da traino per tutto il paese.

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