Frode pomodori, maxi sequestro dei Carabinieri negli stabilimenti Petti

Petti, storica ditta che produce conserve di pomodoro, è al centro di un maxi sequestro da parte dei Carabinieri del Comando per la Tutela Agroalimentare in seguito ad un’inchiesta per frode in commercio. Sequestrate quasi 5000 tonnellate di conserve di pomodoro e semilavorati.

Maxi sequestro dei Carabinieri negli stabilimenti Petti
Maxi sequestro dei Carabinieri negli stabilimenti Petti (foto: pixabay)

Il pomodoro utilizzato per le conserve marchio Petti non proveniva al 100% dall’Italia come invece indicato in etichetta, per questo motivo i Carabinieri del Comando per la Tutela Agroalimentare hanno sequestrato quasi 5000 tonnellate di prodotti pari ad un valore commerciale di più di 3 milioni di euro.

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Petti, La frode del pomodoro non italiano

Maxi sequestro dei Carabinieri negli stabilimenti Petti
Maxi sequestro dei Carabinieri negli stabilimenti Petti (foto: pixabay)

Le indagini del comando dei Carabinieri del reparto Tutela Agroalimentare sono scattate a gennaio 2021, insieme all’Agenzia delle Dogane con il coordinamento della Procura di Livorno. Ciò che è stato riscontrato dai carabinieri è che veniva portata avanti una frode sistemica utilizzando “rilevanti percentuali (variabili) di pomodoro concentrato estero (extra-UE) miscelato a dossati quantitativi di semilavorati di pomodoro italiano”.

In più, è stato possibile per i Carabinieri constatare la flagranza di reato in quanto, nel momento in cui sono entrati nell’area di lavorazione del pomodoro, hanno potuto vedere gli addetti al reparto che mescolavano derivati di pomodori di diversa origine. Durante l’operazione è stata inoltre sequestrata molta documentazione amministrativa e di laboratorio, sia su supporto cartaceo sia su supporto informatico, tra queste schede di produzione ufficioso e manoscritte “dalle quali si evince chiaramente il disegno fraudolento, cioè l’attribuzione al prodotto di caratteristiche di origine composizione diverse da quelle reali“.

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Asso-Consum si è già mossa presentando istanza di riconoscimento di persona offesa, dichiarando di voler poi procedere a costituirsi parte civile in attesa di avere un risarcimento dei danni subiti da parte dei consumatori.

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