Una foresta perduta a New York in ricordo degli alberi uccisi dal cambiamento climatico

A New York sta sbocciando la primavera.

Foglie verdi, alberi in fiore e profumo di rinascita. Al centro di Madison Square Garden, ad accompagnare questa atmosfera, appaiono 49 cedri dell’Atlantico morti. Secchi e scheletrici, stridono con la nuova stagione che incede.

A fare da cornice, un’installazione sonora con i versi di animali estinti o in via d’estinzione. I loro nomi sono pronunciati nella lingua dei popoli indigeni che vivevano a Manhattan prima dell’arrivo dei coloni.

Questo suggestivo scenario è stato ideato e creato da Maya Lin, architetto che nel 1982, ancora studentessa, ottenne la realizzazione del monumento ai caduti del Vietnam sul Mall di Washington. Da allora sono passati molti anni, ma Linn si occupa ancora di fondere arte ed impegno sociale.

Adesso è il momento di puntare i riflettori sul cambiamento climatico. “Volendo creare qualcosa intimamente collegato al parco, agli alberi e allo stato della Terra, non volevo introdurre piante uccise da coleotteri e altri insetti per non introdurre in città nuove specie potenzialmente infestanti. E’ stato così che abbiamo cominciato a cercare alberi uccisi dal climate change, così Maya Lin ha illustrato la sua installazione.

“Ghost Forest” non è un nome creato per l’occasione, ma identifica il fenomeno naturale in cui ingenti porzioni di foreste muoiono a causa di eventi climatici estremi, come ad esempio l’aumento del livello dei mari e la conseguente infiltrazione nel terreno di acque salate.

In questo caso il fenomeno che procura la morte delle foreste non è naturale, ma indotto. “Con un linguaggio visivo minimalista, il progetto di Maya sottolinea la precarietà e fragilità del mondo naturale e ci ricorda le conseguenze dell’inazione di fronte alla crisi del clima”. In questo modo Brooke Kamin Rapaport, vicedirettore del Madison Square Garden, mette in rilievo l’importanza della creazione di Maya Lin.

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L’installazione doveva essere inaugurata la scorsa estate, ma per motivi legati alla pandemia, sarà aperta al pubblico il prossimo 10 maggio, e rimarrà in piedi fino a novembre. Il progetto troverà il suo culmine in autunno, con l’impianto di 1000 alberi e cespugli autoctoni negli altri quartieri di Manhattan.

Da qui al prossimo autunno si avvicenderanno le stagioni. Il parco cambierà scenario e profumi, ma la “Ghost Forest” no.

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