Mangeremo sempre più vegetale e sempre meno carne

Un nuovo report di Boston Consulting Group e Horizon Corporation fotografa il presente e il futuro del consumo, a livello globale, di carne e dell’alternativa vegetale alla carne. Nel nostro futuro c’è sempre più verde e sempre meno rosso.

Mangeremo sempre più vegetale e sempre meno carne
Mangeremo sempre più vegetale e sempre meno carne (foto: pixabay)

I consumi di carne a livello globale vedranno un aumento nel corso dei prossimi quattro anni per poi calare a favore di scelte etiche a base di sostituti vegetali della carne. Questo il risultato di un report condotto da Boston Consulting Group e Horizon Corporation.

Il futuro dell’alternativa vegetale alla carne nel consumo mondiale

Mangeremo sempre più vegetale e sempre meno carne
Mangeremo sempre più vegetale e sempre meno carne (foto: pixabay)

Partendo dai dati del 2020, Boston Consulting Group e Horizon Corporation hanno cercato di immaginare come sarà il futuro del consumo di carne in tutto il mondo. Per il 2020 ogni essere umano del pianeta ha consumato in media circa 75 kg di proteine di origine animale.

Stando ai dati raccolti, però, dopo un picco che si avrà intorno al 2025, il consumo di carne comincerà a calare. Altro dato interessante da cui è partita la previsione di Boston Consulting Group e Horizon Corporation è stato che nel 2020 si sono consumate circa 13 milioni di tonnellate di alternative vegetali alla carne. In totale stiamo parlando circa del 2% del mercato delle proteine animali.

Secondo le stime pubblicate nel report, entro il 2035 la percentuale di consumo di proteine da alternative vegetali alla carne salirà all’11%. Proprio nel 2035 si potrebbe toccare anche il 22%. Il consumo di un’alternativa vegetale alla carne, a base di legumi, funghi e alghe, è comunque in crescita soprattutto per la maggior consapevolezza che i consumatori stanno sviluppando nei riguardi di come vengono prodotti gli alimenti che ogni giorno finiscono sulla tavola.

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Il cambiamento che sta spingendo verso i prodotti plant-based, quindi, è di carattere principalmente etico. In secondo luogo c’è la sostenibilità, dato che è ormai riconosciuto a livello mondiale che gli allevamenti intensivi sono una delle principali cause dell’inquinamento. Quello che i sostituti della carne, chiamati anche fake meat, dovranno riuscire a fare per ampliare al massimo il proprio mercato è riuscire a mimare la consistenza e il sapore della carne. Secondo sempre ciò che è stato ipotizzato dal report di Boston Consulting Group, questo potrebbe avvenire già nel 2023 per i prodotti a base di proteine vegetali derivate da legumi, per il 2025 per i prodotti a base di funghi e lieviti.

Ma il dato più sorprendente è che probabilmente entro il 2032 potremmo mangiare carne che è stata sintetizzata in laboratorio a partire da cellule animali ma senza il carico di dolore degli allevamenti.

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