Cartelle esattoriali stralciate, in arrivo il nuovo condono del governo Draghi

Il nuovo provvedimento elimina tutti i debiti fino ad un importo di 5000 euro per le fasce di reddito sotto i 30mila euro.

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Saranno 16 milioni le cartelle esattoriali stralciate dal nuovo condono del governo Draghi, verranno infatti cancellati tutti i debiti con lo stato fino ad un importo di 5.000 euro contratti dal 2000 al al 2010 compreso. Il provvedimento riguarderà i cittadini aventi una fascia di reddito inferiore ai 30mila euro.

Rimangono esclusi dall’effettività del provvedimento multe stradali e danni erariali. E’ prevista inoltre una nuova modifica che ha l’obbiettivo di cancellare i crediti  trascorsi 5 anni dalla mancata riscossione. Passati 5 anni questi crediti saranno considerati inesigibili.

All’opposizione dell’ala sinistra della maggioranza che parla di condono Draghi minimizza, il decreto riguardetà solo “una platea piccola di contribuenti che ha meno disponibilità e per importi molto piccoli”

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Il provvedimento scoglie il primo nodo cruciale del governo Draghi

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Draghi sostiene che il condono permetterà una più efficiente lotta all’evasione in quanto consentirà di liberare la Pubblica Amministrazione “da milioni di cartelle che non si riescono ad esigere”.

Basta con i multati a vita” afferma Salvini, che si fa promotore di una riforma generale del cosiddetto “sistema Equitalia”. “L’accordo è che entro aprile 2021, arrivi una revisione del sistema generale delle riscossioni

La riforma generale del sistema Equitalia auspicata da Salvini diventa per il più moderato presidente Draghi  “una riforma – spero piccola – del meccanismo di controllo e scarico delle cartelle“.

Il provvedimento, fortemente voluto da Salvini, dalla Lega e dai 5 stelle entra nel decreto sostegni anche se ridimensionato rispetto alla bozza iniziale che comprendeva l’estinzione dei debiti contratti fino al 2015. Per alcuni comunque non è abbastanza, il principale obiettivo polemico è il tetto sulla fascia di reddito percepito fino al 2019 che non dovrà essere superiore ai 30mila euro.

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Con questa mossa Draghi, insieme al ministro dell’economia Daniele Franco scioglie il primo nodo cruciale del suo governo e raggiunge un compromesso risolutivo che riesce a conciliare le parti politiche in gioco e che vedeva contrapposti in particolare Lega, il Pd e Leu.

 

 

 

 

 
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