Condono fiscale, Orlando: “Pd da sempre contrario, ma era un’occasione” 

Condono fiscale, arriva il commento del ministro Andrea Orlando dopo la lunga e difficile trattativa per trovare l’intesa sul Decreto Sostegno 

Foto Facebook

Alla fine, dopo una lunga attesa e una complicatissima negoziazione tra le varie parti politiche, il Decreto Sostegno è arrivato. Il primo intervento economico di Mario Draghi ha visto ristori per aziende e lavoratori italiani, ulteriori tutele con il blocco dei licenziamenti e anche una mano tesa a tutti gli italiani alle prese col problemi col fisco.

Condono fiscale, il commento di Andrea Orlando 

Cartelle fiscali
 (Foto Pixabay)

Una decisione, quest’ultima, dalla duplice finalità: da una parte dare una via di uscita ai cittadini stretto in una morsa soffocate ormai da anni, dall’altra alleggerire anche la stessa Agenzia delle Entrate con i milioni di fascicoli stagnati e spesso anche non esigibili.

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Ma adesso, a poche ore dall’annuncio ufficiale, arrivano anche i retroscena di una difficilissima trattativa. A fornirli è Andrea Orlando, ministro del Lavoro, che ai microfoni de La Repubblica ha ricordato come molte parti si siano allontanate dalle proprie posizioni pur di raggiungere quest’intesa.

Come il suo stesso Pd, per esempio. E i motivi sono i seguenti: “Da una parte c’è la nostra storica contrarietà a misure di condono, come lo ha definito il presidente Draghi. Ma c’è anche una questione di opportunità: di fronte ai limiti dati dallo scostamento di bilancio bisognerebbe usare i soldi per aiutare chi ha subìto danni dal Covid – penso alle imprese che avranno dei ristori tutto sommato al di sotto del necessario – piuttosto che chi ha aperto un contenzioso dieci anni fa”.

Cambio di scenario anche per il Movimento 5 Stelle, come evidenzia sempre il referente politico: “So che si tratta di una loro posizione storica, ma quest’alleanza deve favorire un’evoluzione, in parte già avvenuta, e in quest’evoluzione mi auguro si possa convergere su un punto: un conto è il fisco amico, un altro è indebolire la fedeltà fiscale”. 

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