Il Codacons ha presentato un esposto alla Procura e ricorso al Tar perché non sono chiaro le ragioni dell’acquisto posticipato del CTS dei ventilatori polmonari, nonostante l’ unica parola che risuonasse nel marzo 2020 era “emergenza”. All’ Arena di Giletti sono emersi nuovi aspetti della vicenda Arcuri e Benotti.
Era già da tempo che la trasmissione televisiva su La7, L’Arena, del giornalista Massimo Giletti seguiva le vicende che legavano il giornalista Mario Benotti e il Commissario straordinario Domenico Arcuri sull’acquisto delle mascherine. Questa volta però si indaga sull’acquisto dei ventilatori polmonari.
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Il Codacons, ovvero il coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori, ha inviato un esposto alla Procura e ricorso al TAR del Lazio, riguardo il rifiuto del CTS in data 11 marzo di acquistare per via dell’emergenza sanitaria del Covid-19 ventilatori polmonari a basso prezzo da una ditta cinese che avrebbe potuto aiutare le terapie intensive, che da quelle data in poi, diventeranno scenari tragici per la storia di Italia. Il motivo a tal proposito avanzato dal CTS è che i ventilatori secondo gli esperti non erano idonei, senza aggiungere ulteriori specifiche. Secondo la Codacons però l’acquisto dei macchinari avrebbe rappresentato comunque un sollievo per le terapie intensive, dato che l’associazione si era impegnata nel fornire al CTS le informazioni adeguate ed utili per validare il possibile acquisto dei macchinari.
Il messaggio di Domenico Arcuri a Benotti: “Servono ventilatori polmonari”
Il 20 marzo, nella trasmissione “L’Arena” di Massimo Giletti è emerso che Domenico Arcuri chiedeva con un messaggio a Benotti di trovare dei ventilatori polmonari da destinare alla terapia intensiva: data in cui la paura era diventata parola d’ordine per il dilagare dei contagi e per le terapie intensive totalmente intasate.
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Il dubbio sorge spontaneo: che differenze ci sono tra i servizi resi da Benotti e l’acquisto dei ventilatori provenienti dalla Cina? . Questa è la ragione e il contenuto dell’esposto presentato in Procura dalla Codacons oltre che motivo di ricorso al TAR del Lazio
