Fisco, quali tasse sono state rinviate a causa del coronavirus

Fisco, con il Decreto Ristori Bis, molte tasse sono state rinviate a causa del coronavirus a Marzo del prossimo anno. 

Nonostante l’ultimo decreto fosse uscito il 25 Ottobre, e dunque soltanto pochi giorni fa, l’aggravarsi della curva dei contagi ha costretto l’esecutivo guidato dal premier Conte a disporre delle nuove misure di sicurezza per contenere la diffusione del coronavirus classificando l’Italia in zone di rischio.

Una scelta che si è configurata come una sorta di “lockdown light” e che ha finito con il danneggiare ancora di più tutte quelle attività che si sono di nuovo trovate costrette alla chiusura. Ed è per questo che, unitamente alle nuove misure restrittive, il governo ha inserito dei nuovi aiuti economici per venire incontro a chi sta rischiando il fallimento a causa della chiusura della sua azienda.

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Decreto Ristori Bis, le tasse che vengono rinviate al 16 Marzo

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Alla luce delle nuove misure restrittive varate per contenere l’emergenza sanitaria scatenata dal coronavirus, il governo ha inserito nel Decreto Ristori Bis degli aiuti economici per sostenere le aziende costrette alla chiusura della loro attività.

E oltre ai bonus a fondo eprduto che sono stati raddoppiati per molte attività, si è anche deciso di rinviare molte tasse che scadono nel 2020 al prossimo anno. 

Tutte misure che hanno lo scopo di permettere alle aziende costrette alla chiusura dal nuovo Dpcm di essere compensati dalle perdite subite. 

Il pagamento delle ritenute e dell’Iva, che andrebbe saldato entro la data del 16 Novembre, viene posticipato alla data del 16 Marzo 2021. Questa misura riguarda tutte le attività commerciali che si trovano nelle zone rosse e arancioni. 

Nello specifico, il decreto dispone che: 

“Le attività economiche sospese a norma dell’articolo 1 del decreto del presidente del Consiglio dei ministri del 3 novembre 2020, con domicilio fiscale, sede legale o sede operativa in qualsiasi area del territorio nazionale;

Le attività dei servizi di ristorazione con domicilio fiscale, sede legale o sede operativa nelle aree definite zone rosse o zone arancioni;

Le attività nei settori economici individuati nell’allegato 2 al decreto, o attività alberghiera, di agenzia di viaggio o di tour operator, e che hanno domicilio fiscale, sede legale o sede operativa nelle aree definite zone rosse”. 

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