Le banche devono pensare come società tecnologiche per poter sopravvivere

Le banche europee hanno bisogno di una sterzata e di rivedere il proprio ruolo all’interno del mondo finanziario ed economico. In che modo? Operando più come società tecnologiche, considerando i cambiamenti repentini negli ultimi anni e quelli previsti in quelli a venire nel settore dei servizi finanziari.

Ad affermarlo sono alcuni dirigenti del mondo finanziario. “Penso che molte banche siano pronte a generare nuovi prodotti”, ha dichiarato David Rafalovsky, Chief Technology Officer presso Sberbank, la più grande banca della Russia. “Non mi piace però questa netta separazione tra imprese fintech e banche. In realtà, gli molti istituti di credito lo sono già”.

La concorrenza sul mercato è diventata serrata. In Europa, i conti correnti che si basano su applicazione quali Monzo, N26 e Revolut stanno attirando tantissimi clienti grazie all’interfaccia utente molto intuitiva e dall’assenza di commissioni. Inoltre, colossi quali Apple, Google e Facebook hanno aperto le porte alla finanza. Apple, ad inizio anno, ha rilasciato la sua carta di credito, Facebook la sua criptovaluta Libra e Google è in procinto di lanciare il suo conto corrente.

Michael Gorriz, responsabile delle informazioni di Standard Chartered Bank, società finanziaria internazionale con sede a Londra, ha dichiarato: “Ogni banca deve iniziare a padroneggiare meglio la tecnologia per rendere i servizi più confortevoli alla clientela. Quindi, bisogna agire velocemente, in poche settimane per intenderci. La nostra società ha già investito in diverse fintech con la finalità di collaborare e utilizzare la tecnologia nell’ambiente bancario. In più, abbiano iniziato a fondare le nostre aziende fintech”.

Dello stesso avviso Henry Ma, Chief Information Officer presso WeBank, banca online sostenuta dal colosso tecnologico cinese Tencent: “La tecnologia offre delle notevoli opportunità, come quella di attingere ad un mercato mai toccato in precedenza. Secondo la Banca Mondiale ci sono circa 1,7 miliardi di persone nel mondo che non hanno un conto corrente. Quindi, il bacino d’utenza a cui attingere è veramente enorme”.

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