Flat tax, governo e UE: un triangolo molto pericoloso

La Flat tax è uno strumento di riduzione delle tasse alquanto complesso e pericoloso. Il governo sta cercando di raggiungere un accordo sul piano di riduzione, nonostante ciò potrebbe allargare l’indebitamento del paese e portare ad un nuovo scontro con l’Unione Europea.

La riduzione della tasse rappresenta la classica “manna dal cielo”, considerando che l’Italia è uno dei paesi con la più alta tassazione in Europa. Ma andare a “scavare” ulteriormente nel deficit di bilancio significherebbe tornare su quel campo di battaglia che all’UE non piace affatto.

Infatti, questa settimana Valdis Dombrovskis, Vicepresidente della Commissione Europea, si è soffermato sulla posizione fiscale del governo giallo-verde, esortandolo a rivedere le intenzioni.

Raffaella Tenconi, fondatrice della società di consulenza ADA Economics di Londra, si è soffermata su questo argomento: “Secondo la coalizione governativa, la Flat tax rappresenta l’elemento principale che andrà a stimolare l’economia. A me sembra più un modo per compiacere l’elettorato. In poche parole, è più un mezzo politico che economico”.

La riduzione delle tasse è uno dei punti fondamentali contenuti nel contratto di governo firmato da Di Maio e Salvini quasi un anno fa. Il leader leghista ha sempre affermato che realizzarlo anche parzialmente comporterebbe costi tra i 12 ed i 15 miliardi di euro per il bilancio del prossimo anno. Opposizione e alcuni media hanno affermato invece che i costi sono molto più alti.

I media appunto: una parte afferma che la Flat tax rappresenta per Salvini un modo per cementare la sua popolarità in vista delle elezioni europee. Non solo: dagli ultimi sondaggi la Lega, essendo in testa, potrebbe sfruttarlo per ottenere maggiori consensi, visto che alcuni pensano che questo governo si sia incamminato sul breve viale del tramonto.

La Flat tax prevede il passaggio dell’imposta sul reddito a due aliquote: una al 15% e l’altra al 20%, sia per le società che per i privati.

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