La sanità integrativa ora guarda al mercato dei farmaci

In crescita la sanità integrativa, fenomeno eterogeneo e al centro di alcuni dibattiti. Le farmacie vedono in essa una enorme possibilità di sviluppo, capace di cambiare le carte in tavola nell’immediato futuro.

Secondo Marco Vecchietti, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Rbm Assicurazione Salute, la crescita del settore è evidente. “In Italia, la crescita della sanità integrativa ha già abbracciato 13 milioni di italiani”, ha affermato Vecchietti, “i quali stanno beneficiando di forme integrative assistenziali quali diagnostica, attività specialistiche e prevenzione. Il dato negativo è la cifra, dei 6 miliardi per la sanità integrativa, destinata ai farmaci, che è di solo 200 milioni di euro. Un valore abbastanza contenuto, considerando che per questa voce la spesa privata è di circa 17 miliardi”.

A detta dell’Amministratore Delegato, la colpa sarebbe della mancanza di una struttura di convenzionamento tra gli enti preposti all’erogazione. “Mancano le assicurazioni e le farmacie per erogare tale servizio”, ha affermato. “Da tempo, insieme a Federfarma, stiamo lavorando per porre rimedio”.

Ci sono anche altre questioni su cui riflettere, e Vecchietti si è soffermato su queste: “Considerando che la sanità integrativa ha tra i suoi scopi principali quello di gestire la cronicità e la non autosufficienza, deve essere creata una figura credibile, di fiducia, professionale e che sia in grado di spiegare ai pazienti come vengono indirizzate le risorse. Tutto questo sarebbe possibile solo se si creasse un rapporto sinergico tra questa figura e le farmacie, in modo da garantire rapidamente ed efficacemente al paziente un risarcimento direttamente fruibile quando viene acquistata una terapia”.

Per quanto riguarda la prevenzione e la diagnosi, Vecchietti ha affermato che “attualmente la sanità integrativa ha già investito il 10% dei suoi finanziamenti grazie all’ausilio delle strutture territoriali. Con la collaborazione delle farmacie, sarebbe ancora più facile reperire informazioni cliniche, reperti e integrarle con il sistema del fascicolo sanitario elettronico”.

Il recente rapporto pubblicato da Rbm-Censis ha evidenziato che gli italiani già assicurati hanno avuto rimborsi pari a 433,15 euro.

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