Truffa dei diamanti, un affarone per le banche

La truffa dei diamanti coinvolge migliaia di persone. A dare il là al tutto fu il Banco Popolare, successivamente diventato Banco Bpm, il quale propose a Vasco Rossi di acquistare delle pietre preziose a prezzi “gonfiati”. Il Blasco, tramite tre distinti bonifici, versò quasi 2 milioni e mezzo di euro. Questo e altro è quanto emerge dall’inchiesta da parte della Procura.

La banche coinvolte nel maxi-sequestro sono 5, tra cui appunto Banco Bpm. La truffa sui preziosi ammonta a circa 700 milioni di euro, i quali sono stati presentati come investimento, mentre nella realtà il loro valore era inferiore all’80% di quello dichiarato e pagato dalla clientela.

Il direttore di una filiale del Banco Popolare ha ammesso, davanti agli investigatori, quanto fosse redditizia, in termini di commissioni, la vendita delle pietre preziose. Si parla di un rendimento di oltre il 15%, che diventa del 18% per la Unicredit, stando quanto dichiarato dal direttore di una filiale. Un ritorno economico nove volte maggiori di quello reale. Insomma, soldi utili alle banche per rimpinguare la esigue casse in questa epoca di crisi.

Le persone truffate dovrebbero essere decine di migliaia. Attualmente, le testimonianze delle persone raggirate sono state circa 120, tra cui personaggi famosi come Federica Panicucci, Vasco Rossi, Diana Bracco e Simona Tagli.

Dai racconti dei cliente emerge un’induzione all’errore grazie al contributo di consulenti finanziari e direttori di filiale. Persone fidate e conosciute da anni, quindi impossibile immaginarle capaci di perpetrare tali truffe.

A spartirsi la collaborazione delle banche erano due società: la Idb e la Dpi. Con la prima, collaboravano il Banco Bpm e l’Unicredit, mentre con la seconda Intesa Sanpaolo e Mps.

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