Età in aumento, poche nascite e più pensionati: quando potranno i giovani italiani smettere di lavorare e andare in pensione?
Se chiedi a un ventenne di oggi quando pensa di andare in pensione, quasi sicuramente ti risponderà con una battuta.
Perché l’idea di smettere di lavorare sembra talmente lontana da non sembrare neppure reale. Eppure, le regole cambiano di continuo e, senza accorgercene, il momento si allontana ogni volta un po’ di più.
Oggi il sistema funziona così: chi lavora versa contributi che non finiscono in un salvadanaio personale, ma servono a pagare subito le pensioni di chi è già uscito dal mondo del lavoro. I dipendenti li vedono trattenere dallo stipendio, mentre gli autonomi devono pensarci da soli, scadenza dopo scadenza.
In questo momento, per la pensione di vecchiaia servono 67 anni di età e almeno 20 anni di contributi. C’è anche la pensione anticipata ordinaria, che non guarda all’età ma solo ai versamenti: 41 anni e 10 mesi per le donne, 42 anni e 10 mesi per gli uomini.
Poi ci sono formule particolari, come la cosiddetta Quota 103 (62 anni e 41 di contributi) e alcune agevolazioni per specifiche categorie di lavoratori. Ma la regola di fondo è che l’età minima per la vecchiaia è collegata all’aspettativa di vita e viene aggiornata ogni due anni. Se viviamo di più, lavoreremo di più.
L’OCSE ipotizza che nel 2060 si possa arrivare a 74 anni per la pensione di vecchiaia. E non è fantascienza: già oggi, per ogni tre lavoratori ci sono due pensionati. Nel 2050 potremmo arrivare a un rapporto di uno a uno.
Significa meno persone che versano contributi e più assegni da pagare. E il sistema, così com’è, fa sempre più fatica a reggere.
La questione è diffusa in molti Paesi. In Danimarca dal 2040 la pensione scatterà a 70 anni. In Francia passeranno da 62 a 64 anni entro il 2030. La maggior parte dell’Europa è tra i 65 e i 67 anni, con rare eccezioni come la Slovenia, che resta a 62 anni con 40 di contributi.
Per i giovani di oggi, la pensione è un orizzonte lontano. L’unica vera certezza è che, se si vorrà smettere prima, bisognerà organizzarsi per tempo, affiancando alla pensione pubblica un piano personale di risparmio e previdenza.