Costruire una piscina in un terreno agricolo non è impossibile, ma servono condizioni ben precise. Scopri quando è permesso e cosa evitare.
L’idea di avere una piscina nel proprio terreno di campagna è un sogno per molti. Ci immaginiamo già le estati passate a mollo, con il canto dei grilli sullo sfondo e il sole che non si nasconde mai dietro i palazzi.

Ma cosa succede se quel terreno non è edificabile in senso stretto, perché agricolo? Si può costruire comunque una piscina senza andare contro la legge?
La risposta è: dipende. Non è vietato in assoluto, ma bisogna rispettare regole piuttosto rigide. E soprattutto, non si può improvvisare. Siamo in Italia, e ogni comune ha i suoi vincoli urbanistici. Ma intanto partiamo dalla regola generale.
Costruire una piscina su un terreno agricolo: cosa sapere
Se hai un terreno agricolo, per prima cosa devi sapere che non ci puoi costruire liberamente tutto quello che vuoi.

Le costruzioni devono essere legate all’attività agricola: quindi stalle, depositi, magazzini e simili. Però, esiste un’eccezione: se nel tuo terreno c’è una casa (autorizzata regolarmente), allora potresti avere la possibilità di costruire una piscina. Ma attenzione: non una qualunque.
Quella piscina deve essere una pertinenza della casa, cioè qualcosa di accessorio, di strettamente legato all’abitazione. Non puoi, per esempio, costruirla e poi affittarla come se fosse una piscina pubblica. E non può diventare un’attrazione turistica con tanto di ombrelloni e bar annesso.
Cos’è una piscina “pertinenziale”?
In pratica, una piscina pertinenziale è una piscina privata destinata esclusivamente all’uso degli abitanti della casa. Quindi, tu e la tua famiglia.

Deve avere dimensioni contenute (non superare il 20% del volume dell’abitazione), e non deve modificare l’assetto del territorio. Non può avere impatto ambientale né stravolgere il paesaggio.
Se non rispetta questi parametri, la piscina viene trattata come una nuova costruzione. In quel caso servono molti più permessi, e nei terreni agricoli di norma non è consentita.
Per una piscina pertinenziale, che rispetta tutti i vincoli di legge, non è necessario il classico permesso di costruire. Ma questo non vuol dire che puoi partire coi lavori come se nulla fosse.
Devi comunque presentare la Scia (Segnalazione certificata di inizio attività) o la Cila (Comunicazione asseverata di inizio lavori). Serve sempre un tecnico che asseveri il progetto e si occupi della documentazione. E soprattutto, va sempre consultato il regolamento urbanistico del Comune, perché alcuni territori possono avere limiti aggiuntivi, vincoli paesaggistici o norme particolari.
Quindi, una piscina nel tuo terreno agricolo si può costruire… ma solo in casi ben precisi. Se non c’è un’abitazione regolarmente accatastata, se la piscina è troppo grande o se non rispetti i vincoli locali, rischi una sanzione per abuso edilizio.
Insomma, prima di immaginarti con il cappello di paglia e i piedi a mollo, meglio dare un’occhiata al piano regolatore.





